Cittadinanza onoraria a Roberto Benigni, Renzi: Cittadinanza e onore due concetti che stanno insieme

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La cerimonia nel Salone dei Cinquecento

L’attore e regista Roberto Benigni è cittadino onorario di Firenze. L’onorificenza fu deliberata nel 1999, all’indomani della vittoria dell’Oscar per ‘La vita è bella’, ma è stata ritirata da Benigni soltanto oggi, in una cerimonia nel Salone dei Cinquecento, alla presenza del sindaco Matteo Renzi e del consiglio comunale.
“Questo riconoscimento - ha sottolineato il sindaco Renzi - non è solo l’occasione di un graditissimo ritorno a casa di Roberto, ma ci fa capire che la cittadinanza e l’onore sono due concetti che stanno necessariamente insieme e ci aiuta a riflettere su cosa significa essere cittadini e su cosa significare vivere degni di onore”.
“Quando a Dante Alighieri in esilio venne chiesto di tornare a casa, pagando una multa e riconoscendo in una pubblica cerimonia la propria colpa - ha continuato Renzi -, Dante, che sappiamo quanto amasse Firenze, disse di no perché non poteva accettare di riconoscere una colpa che non aveva commesso. Non poteva cioè accettare che esistesse la cittadinanza senza l’onore, che l’onore venisse meno pur di essere cittadino. Dovremmo essere grati a Roberto perché ci ha insegnato a capire che Dante non è solo un patrimonio della scuola ma di tutti noi, ci ha insegnato che le domande del poeta sono vive e vere, non di qualche secolo fa”.
“Essere cittadini - ha proseguito - vuol dire volere bene alla città, dove conta il singolo ma anche il ‘noi’, vuol dire saper riconoscere la nostra identità. E l’onore, parola che ha la stessa radice di ‘onesto’, è un elemento centrale della nostra cittadinanza. Si è cittadini se si è degni di onore. Si è persone onorevoli se si gusta l’idea della cittadinanza”.
“Roberto Benigni - ha concluso - ci ha educato a tirare fuori il meglio di noi. Per questo siamo grati al consiglio di allora e all’ex sindaco Mario Primicerio che vollero festeggiare il premio Oscar con questa cittadinanza. Chiediamo a Roberto di continuare a provocarci e a provocare nel senso positivo del termine - come avverrà dal 20 luglio con lo spettacolo a Santa Croce. Chiediamo invece a noi stessi di vivere questa occasione non soltanto per abbracciare uno di noi ma anche per riflettere su come ognuno di noi può essere cittadino onorario della propria città”. (edl)