Area ex Fiat Belfiore, Verdi: "Si apra un percorso partecipativo prima di fare gli interventi previsti"
Questo l’intervento della consigliera Donella Verdi
“Abbiamo appreso dai giornali, dopo il pronunciamento del Tribunale, che la Società FIDIA ha già elaborato un suo progetto per l’areaex-Fiat Belfiore che prevede la costruzione di un albergo da 450 posti, appartamenti, area commerciale, parcheggio interrato da 800 posti.
L'assessora Meucci ci ha comunicato rispondendo alla nostra interrogazione che il progetto è identico a quello presentato in passato: se così fosse, perché dovrebbe essere fatta una variante? Non sarà che ci siano vincoli da rimuovere o nuove superfici da riconoscere?
Quello che ci chiediamo è se un’area già interessata da un’intensa viabilità e già densamente edificata possa sopportare un’altra colata di cemento come quella progettata.
Attività ricettive e commerciali con un parcheggio di quelle dimensioni che, al di là delle parole e delle politiche annunciate per disincentivare l’uso del mezzo privato verso il trasporto pubblico, non produrrà altro che un ulteriore aggravio su una viabilità, in quel punto, assai congestionata, con ulteriore danno per l’ambiente e aumento dell’inquinamento prodotto dall’aumento dei mezzi che vi verrebbero a transitare.
Ciò che si rende necessario adesso è che prima di procedere con alcun intervento si apra un percorso di consultazione partecipativa con gli abitanti di quel quartiere come era già stato chiesto nell’ottobre del 2012 in occasione dei cento luoghi, attraverso una Conferenza allargata dei soggetti istituzionali e non e per un nuovo Piano di Recupero per andare verso una soluzione che dia pari dignità alle esigenze e i bisogni del quartiere e a quelle degli investitori.
Nonostante quell’area sia stata deturpata da una profonda escavazione che ha colpito la falda è ancora possibile rimediare attraverso un intervento di recupero che la renda fruibile dalla collettività privilegiando la destinazione a verde con forti alberature in grado di mitigare gli effetti climatici e depurare l’area prevedendo percorsi per pedoni e ciclisti, panchine e servizi pubblici per la collettività.
Questo ci sembra il modo migliore per dare una soluzione degna ad un area degradata restituendola a bene della città e rendere così compatibili le esigenze del privato con quelle della collettività”.
(fdr)