A Firenze il memoriale italiano di Auschwitz, il sindaco Nardella: "Un'opera d'arte simbolo della memoria nazionale che deve essere valorizzata dopo lo ‘sfratto' dal Blocco 21"

"Il memoriale italiano di Auschwitz è un’opera d’arte simbolo della memoria nazionale e deve essere valorizzato – ha detto il sindaco Dario Nardella – Per questo, insieme ad Aned, l'associazione dei deportati nei campi di sterminio proprietaria del memoriale, e alla Regione Toscana, ci siamo impegnati per dare una nuova casa all’opera sfrattata dal Blocco 21, ormai dal 2011 inaccessibile al pubblico perché ritenuta non più conforme alle linee didattiche dello spazio di documentazione da parte della direzione del campo. Firenze è orgogliosa della scelta di ospitare il memoriale per dare un tributo vero, duraturo e profondo all’esercizio indispensabile della memoria”. Così il sindaco Dario Nardella in merito alle posizioni espresse ieri in Parlamento sul trasferimento del memoriale.
"L'impegno di portare il memoriale delle vittime di Auschwitz a Firenze, assunto in grande spirito di squadra da Aned, l'associazione dei deportati nei campi di sterminio proprietaria del memoriale, dal Comune di Firenze e dalla Regione per la salvaguardia di una autentica opera d'arte, si è mosso in linea con una politica di salvaguardia della memoria che da sempre caratterizza la Toscana", sostiene l'assessora regionale alla cultura Sara Nocentini. "Abbiamo creduto di fornire in questo modo una risposta costruttiva alla decisione della direzione del museo del campo di sterminio che non ritiene l'opera rispondente al taglio pedagogico-illustrativo scelto per la struttura museale - conclude Nocentini - e l'ha per questo motivo resa non accessibile dal 2011e di fatto sfrattata dal Block 21 che la ospita tuttora in attesa del recupero concordato con il Mibact. Non riesco per questo a capire fio in fondo la polemica avviata ieri in Parlamento".
Un'operazione condotta congiuntamente dal Comune di Firenze e dalla Regione Toscana, dopo l'appello di un anno fa dell'Associazione nazionale dei deportati nei campi nazisti (Aned) che è proprietaria dell'opera. Chiuso nel 2011 dalla direzione del museo del campo, che non lo riteneva più conforme alle linee didattiche dello spazio di documentazione, il memoriale è stato realizzato nel 1971 nel nome di tutte le vittime italiane dell'Olocausto dagli architetti Baffi e Belgioioso, reduci di Mauthausen, con la collaborazione artistica del pittore Pupino Samonà, del musicista Luigi Nono, dello scrittore Primo Levi. (sc)