Grandi Opere. Miriam Amato (Gruppo Misto) ed i deputati Artini e Segoni: "Gravi responsabilità politiche. Bloccare i lavori Tav"

"Appellarsi ad un presunto interesse pubblico dell'opera è, oltreché inaccettabile, anche privo di qualsiasi logica"

"Stupisce che in un quadro di diffusa corruzione il sindaco Nardella ritenga prioritario la prosecuzione delle opere". Questo il commento della consigliera comunale Miriam Amato in merito a quanto emerge dalle inchieste sulle grandi opere. Inchieste che ruotano intorno ai lavori Tav e al sotto-attraversamento di Firenze.

L'operazione "Sistema" ha portato a quattro arresti, 51 indagati e perquisizioni in tutta Italia: "E' dal 2013 che si ripetono arresti e scandalimessi in luce dall'operato della magistratura. Il quadro, sempre più inquietante con il passare dei mesi, mostra un malaffare diffuso che interessa parte della politica nazionale e regionale, partecipate statali e imprese private. Come dimenticare d’altronde l'arresto, un anno e mezzo fa, dell'ex governatrice umbra Maria Rita Lorenzetti? " sottolineano i deputati Massimo Artini e Samuele Segoni che hanno più volte portato all'attenzione del Parlamento l’assenza di trasparenza nelle vicende fiorentine.

"Cosa in tutto questo i cittadini abbiano da guadagnarci vorremmo domandarlo al sindaco Nardella - prosegue la consigliera del Gruppo Misto in Palazzo Vecchio Miriam Amato – visto che la Tav oltre a creare enormi problemi ambientali e sanitari, ha determinato anche un aumento esponenziale dei costi di realizzazione senza che le istituzioni preposte potessero effettuare un controllo serio, autorevole e preventivo sui lavori e sugli appalti. I pochi interventi sono stati tardivi e insufficienti".

"Appellarsi ad un presunto interesse pubblico dell'opera è, oltreché inaccettabile, anche privo di qualsiasi logica. Ribadiamo che i cittadini, non solo di Firenze, abbiano bisogno di tutto tranne che di queste opere faraoniche che sono terreno fertile per la corruzione, come sottolineato anche dalla Commissione Europea nella relazione sulla lotta alla corruzione, e che rappresentano anche un brutto biglietto da visita per il nostro Paese ".

“Bloccare i lavori della Tav e delle grandi opere è quindi prima di tutto un interesse pubblico, politico e amministrativo: le risorse risparmiate saranno rivolte finalmente alla manutenzione delle infrastrutture viarie e ferroviarie,migliorando la qualità della vita dei cittadini e dei pendolari. La direzione da intraprendere è quella delineata da uno studio dell’università di Firenze: il passaggio in superficie” conclude la nota congiunta. (s.spa.)