Grassi: "Bloccare gli stipendi degli assunti a chiamata in cui ricorrono situazioni similari a quelle per cui sono stati condannati gli amministratori e la dirigenza dell'Emilia"

"Le risposte della Giunta non arrivano, quindi presenteremo alla Procura e alla Corte dei Conti i documenti finora raccolti sul caso Firenze"

“Chiediamo di sospendere immediatamente gli stipendi degli attuali assunti a chiamata dell'ufficio del sindaco del Comune di Firenze”. E' questa la richiesta di Tommaso Grassi capogruppo di Firenze a sinistra in Palazzo Vecchio. Grassi spiega che “dopo la sentenza della sezione giurisdizionale della Corte dei conti dell'Emilia Romagna, in cui si condanna tutti gli amministratori della Giunta e la dirigenza che hanno contribuito a violare la normativa riguardante le assunzioni a chiamata nell'ufficio del sindaco sotto ben tre profili: il riconoscimento di profili professionali per i quali sarebbe necessario per legge il possesso del titolo di studio della laurea, l'elusione della retribuzione economica dirigenziale attraverso l'individuazione di una indennità onnicomprensiva tale da retribuire con uno stipendio dirigenziale un dipendente assunto con un contratto di livello più basso, e il ricorso di contratti a norma dell'articolo 90 per posizioni con compiti gestionali e amministrativi. E questo è anche il caso di Firenze, quando la giurisprudenza e la legislazione in materia hanno escluso tassativamente per gli incarichi fiduciari la possibilità di svolgere attività proprie degli uffici comunali”.
“Molti sono i casi negli ultimi due mandati dove abbiamo potuto assistere, anche nel Comune di Firenze, ad una gestione così ‘allegra’ proprio su questi comportamenti sanzionati dalla Corte dei Conti dell'Emilia Romagna. Quantomeno pensiamo che sia una situazione meritevole di attenzione – continua Grassi – da parte delle autorità contabili competenti per decretarne la coerenza e il rispetto della legge. Le risposte che avevamo chiesto alla Giunta nel Consiglio comunale di oggi sulla correttezza delle procedure non arrivano per la seconda settimana consecutiva e quindi ci sentiamo costretti dal ruolo istituzionale che ricopriamo a chiedere nelle prossime ore un incontro alla Procura e alla Corte dei Conti per depositare i documenti finora raccolti sulle assunzioni negli ultimi 6 anni. Siamo certi che la sentenza dell’Emilia Romagna non sia immediatamente applicabile al caso fiorentino, ma ravvisiamo una similitudine tra i casi, non possiamo però non sospettare quantomeno la possibilità di violazione della legge, in quanto a valere è la stessa normativa”.
“Per questi motivi avanziamo la nostra proposta di sospensione – conclude Grassi – e chiediamo di inviare le lettere di messa in mora per i casi dei dipendenti che avessero cessato il loro rapporto di lavoro col Comune di Firenze”.

(fdr)