Miriam Amato (Gruppo Misto): "Come si pone il comune nei confronti dei cittadini che aderiscono alla campagna obbedienza civile?"
In Consiglio comunale ho chiesto come intende porsi l'amministrazione nei confronti degli utenti che aderiscono alla campagna di obbedienza civile.
Gli utenti detraggono dalla propria bolletta la quota inerente la componente del capitale investito cosa che in alcuni comuni, così come a Firenze ha portato all'interruzione del servizio.
Per fare chiarezza bisogna sottolineare che la campagna di obbedienza civile si rifà al decreto del Presidente della Repubblica n. 116,che sancisce la vittoria referendaria del 20 luglio del 2011.
Quindi nel pieno rispetto della volontà popolare, l'utente elimina il profitto dalle proprie bollette, nella generalità dei casi incide sulle nostre bollette per una percentuale del che oscilla, a seconda del gestore, fra 10% e il 20%.
Il referendum era stato proposto per far valere un principio chiaro: non si deve fare profitti nella gestione dell'acqua.
Risposta chiara dei cittadini,95,8% a favore della cancellazione del profitto,opinione praticamente unanime del popolo italiano.
Ad oggi i gestori non hanno applicato la normativa, in vigore dal 21 luglio 2011, avrebbero dovuto diminuire le tariffe del servizio idrico.
La campagna di obbedienza civile, consiste nel pagare le bollette,relative ai periodi successivi alla data sopracitata, non si tratta di disubbidire ad una legge ingiusta ma di obbedire alle leggi in vigore, in conseguenza all'esito referendario.
La campagna obbedienza civile leggittima una forma di democrazia dal basso, auto-organizzata, che risponde all'evidente crisi della democrazia rappresentativa.
Il mio invito all'amministrazione è di dare un segnale forte a partire da Firenze pretendendo dai gestori l'osservanza del decreto 116 del Presidente della Repubblica. (s.spa.)