Giorno della Memoria, Miriam Amato (Gruppo Misto): "La storia insegna che la storia non insegna nulla"
“La storia insegna che la storia non insegna nulla”, questa è una citazione di Alessandro Manzoni che ben può essere ahimè utilizzata in molte... troppe... occasioni.
Domani è la giornata della memoria, di una memoria troppo spesso annebbiata, distorta e distratta.
L’Olocausto è stata una pagina tragica della storia umana.
L’emblema di un periodo storico e di una follia collettiva raggiunta a metà del secolo scorso, ma che troppo spesso riesce a riemergere sotto varie forme.
Ciò che ci insegna quella drammatica esperienza è che l’intolleranza, l’incomprensione, il vedere un’altra comunità come diversa, e pertanto nemica alla propria, genera una mostruosità assoluta!
In nome della prevaricazione si smette di essere umani, cessiamo di ragionare, di comprendere,per trasformarsi in esecutori insensibili di una volontà cieca.
In nome di un credo forte s'inizia a concepire chiunque altro come un nemico da denigrare e da abbattere. Come un ostacolo da eliminare senza alcuna pietà.
In nome di una razza si concepiscono le altre come inferiori e nemmeno paragonabili alla razza umana, tanto da essere maltrattate con estrema brutalità, senza alcuna remora.
L’Olocausto ha fatto vedere, in tutta la sua brutalità, quanto l'uomo possa trasformarsi in una macchina d’odio!
Ciò che è stato rivelato in tutta la sua evidenza quel 27 Gennaio deve rimanere impressa nelle nostre menti e nelle nostre anime.
Deve servirci da monito, perché nonostante tanti anni da allora, il rischio rimane tangibile, presente e terribilmente attuale.
Perché non si ripeta ancora un simile incubo occorre non solo memoria, ma anche consapevolezza del valore umano (a prescindere dalla religione, dalla nazionalità o dall’idea politica).
Perché quella pagina nera non torni in tutto il suo orrore occorre essere vigili prima di tutto verso noi stessi: essere inclusivi, aperti a modi diversi di pensare, non valutare chi diverso da sé come un nemico, ma solo come un altro punto di vista.
La prevenzione migliore è intervenire preventivamente sulla cultura della società, senza darla per scontata.
Ricordarsi non solo il dramma storico, ma anche cosa ha portato a quella terribile esperienza.
Essere comunità, significa completa integrazione tra culture diverse, in un reciproco rispetto.
Oggi viviamo un periodo in cui i conflitti hanno assunto una forma ancor più subdola e quindi preoccupante...
I fatti di Parigi sono l’ennesimo campanello d’allarme!
Di base c'è sempre il fondamentalismo (spesso filo-religioso, ma anche politico o sociale), con il quale i principi del proprio credo diventano dogmi da difendere con ogni mezzo, anche a scapito dei diritti umani e della vita stessa degli individui.
Il confronto tra culture ed idee diverse sono un arricchimento unico!
Teniamolo impresso nelle nostre menti!
Ricordiamo l’Olocausto, ma facciamo in modo che sia l'insegnamento della vita e non una fredda ricorrenza da rievocare una volta l'anno!
Un pensiero va, anche, a tutti gli stermini che ancora oggi si perpetuano nel mondo per motivi religiosi,interessi economici o lembi di terra.
Vorrei poter sentir dire un giorno che “la storia insegna e finalmente il genere umano ha imparato”. (s.spa.)