Silvia Noferi (M5S) sulle decisioni della consigliera Miriam Amato

"I veri idealisti si dimettono gli opportunisti scelgono il gruppo misto"

L’uscita dal Gruppo Consiliare del M5S a Firenze della consigliera Miriam Amato non mi sorprende, fin dalla sua presentazione alle primarie mi aveva posto parecchi dubbi. Al posto dell’usuale curriculum e della sintetica presentazionelei sfoggiò un bellissimo video che la dava già come candidato sindaco ancora prima delle votazioni.Fu per questo che non la votai ma dal momento che fuscelta l’ho sostenuta e aiutata riconoscendo in lei la volontà della maggioranza, la persona simbolo del Movimento 5 Stelle a Firenze.
Il risultato elettorale è stato deludente a Firenze e chiunque al suo posto si sarebbe posto delle domande e avrebbe fatto autocritica. Lei no,addossò tutta la colpa agli attivisti che non avevano contribuito alla campagna elettorale ed organizzò delle votazioni, senza un contraddittorio, senza una giustificazione o qualche valido motivo per farli espellere; la famosa serata delle volanti all’Andrea del Sarto. Le sue dichiarazioni alla stampa si limitarono in un falso: “Mi viene da piangere”, che voleva dire tutto e nulla.
Adesso, dopo aver ottenuto un posto in consiglio comunale con i voti ed il sostegno degli attivisti del M5S ci comunica che ha avuto una “rivelazione”, il Movimento non è più lo stesso, non c’è più democrazia partecipata perché il suo amico Massimo Artini è stato espulso con una procedura irregolare.
La procedura, “irregolare” secondo la sua opinione, è stata una votazione sulla piattaforma nazionale dove si sono espresse 19.000 persone.
Evidentemente l’idea di democrazia di Miriam Amato è diversa da quella del Movimento 5 Stelle e sono contenta che se ne sia finalmente resa conto.
Il candidato sindaco non ottiene preferenze personali, chi l’ha votata credeva e crede nel Movimento e i voti dei cittadini non possono essere ignorati.
Chi si assume una simile responsabilità deve prima di tutto essere capace di sostenere il ruolo, essere motivato e soprattutto essere motivante per il gruppo.
I veri idealisti si dimettono gli opportunisti scelgono il gruppo misto. (s.spa.)