Trombi (FRS): "Città metropolitana e premio di maggioranza"

"Bocciato nostro Odg, senza spiegazioni, affinché gli organi della città metropolitana fossero eletti a suffragio universale dai cittadini dei territori afferenti"

Oggi è stato bocciato, senza alcuna spiegazione da parte del PD, un nostro ordine del giorno, collegato alla comunicazione del Sindaco sulla città metropolitana, in cui si chiedeva alla giunta di adoperarsi affinché gli organi della città metropolitana fossero eletti a suffragio universale dai cittadini dei territori afferenti.

Ci sembrava un atto quasi dovuto, viste le dichiarazioni del sindaco che individuava nella città metropolitana un nuovo soggetto in grado di eliminare i filtri nel rapporto fra i cittadini e un organo che incarnerà funzioni anche superiori a quelle delle vecchie province.

Un’eventuale elezione diretta, a suffragio universale, accorpata alle elezioni amministrative, che in Toscana sono generalmente tutte insieme, rappresenterebbe un’inezia per i nostri cittadini. E anche nel caso in cui si dovessero organizzare elezioni ad hoc, non costerebbero verosimilmente più di qualche decina di centesimi di euro a testa. Dunque difficile vedere nei costi un reale motivo per impedire che i nostri cittadini possano esprimere democraticamente le proprie preferenze con il voto.

Abbiamo allora chiesto se il motivo andasse individuato nel fatto che il premio di maggioranza, di cui beneficiano gli eletti nei consigli comunali, viene moltiplicato nel momento in cui tali consiglieri diventano elettori, un esempio: il PD ha, nel consiglio comunale di Firenze, i due terzi dei seggi, grazie al premio di maggioranza (hanno infatti ottenuto circa il 60% dei voti). Questa proporzione aumenta vertiginosamente, in virtù dei diversi pesi che hanno gli elettori (e i consiglieri fiorentini valgono molto più degli altri), così nel consiglio metropolitano il PD dispone di quasi l’80% dei seggi, grazie al secondo premio di maggioranza. Questo ci sembra che, seppure possa rappresentare un ghiotto bottino per il PD, distorca ferocemente il rapporto fra la cittadinanza e i propri rappresentanti nel consiglio metropolitano, oltre a privare i nostri cittadini di un loro diritto fondamentale.

Abbiamo dunque chiesto espressamente ai consiglieri del PD di spiegarci, nel caso in cui avessero votato contro il nostro ordine del giorno, quali fossero i motivi per cui i nostri cittadini non possano votare i propri consiglieri in città metropolitana.

Non hanno risposto.
(s.spa.)