Inaugurata la mostra "L'Immortalità di un mito"

M. Federica Giuliani (Presidente Comm. Cultura e Sport): "Una mostra capolavoro a conclusione delle celebrazioni per i 450 anni di Michelangelo grazie alla sinergia tra accademia delle Belle Arti e Accademia delle Arti del Disegno"

“A conclusione delle celebrazioni per i 450 anni di Michelangelo Buonarroti è stata inaugurata e sarà visitabile da venerdì 5 dicembre la mostra L’Immortalità di un mito. Una mostra capolavoro – spiega la Presidente della Commissione Cultura e Sport del Comune di Firenze Maria Federica Giuliani – che racconta, grazie alla preziosa sinergia dell’Accademia delle Belle Arti, rappresentata da Eugenio Cecconi e dell’Accademia delle Arti del Disegno, rappresentata da Luigi Zangheri, l’eredità michelangiolesca. Come amministrazione comunale apprezziamo questa importante collaborazione tra le due istituzioni ed il fatto che vengono esposte opere e lavori realizzate dagli studenti delle accademie. Una mostra – conclude la Presidente Giuliani – che è un ottimo esempio di come si possa fare cultura con opere pubbliche ed altre concesse da privati. Crediamo sia la degna conclusione di queste celebrazioni per i 450 anni di Michelangelo”. In mostra dipinti, statue, disegni, medaglie e fotografie. La mostra, in programma da venerdì 5 a domenica 28 dicembre presso la Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno (via Ricasoli, 68 – Firenze - orari: 10/13 – 17/19 – dom 10/13 – chiuso lunedì – ingresso gratuito) è curata dai professori Sandro Bellesi e Francesca Petrucci dell’Accademia di Belle Arti di Firenze ed è realizzata con il sostegno della Galleria Duomo Carrara, con il patrocinio della Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi e in collaborazione con illustri studiosi, collezionisti e antiquari.
Una sinergia che ha permesso di intendere “L’immortalità di un mito” come una sorta di rievocazione dellaMostra Michelangiolesca organizzata nel 1875 nella galleria dell’Accademia per il quarto centenario della nascita, cui concorsero istituzioni pubbliche e privati, in un clima di fattiva cooperazione. Fu in quell’occasione che l’Accademia di Belle Arti decise di realizzare calchi in gesso dei più noti marmi dell’artista o di loro particolari: tra gli altri, lo “Schiavo morente”, la “Madonna di Bruges” – di cui, nell’occasione, venne definita l’inequivocabile autografia michelangiolesca -la “Pietà Rondanini”, la “Testa di Giuliano de’ Medici”, il “Tondo Taddei”, che ritroviamo in questa mostra insieme a ritratti inediti e sculture realizzati nei secoli a venire e chiaramente ispirati alle formule stilistiche e iconografiche di Michelangelo: come la “Testa di Bacco” di Baccio Bandinelli, il “Nettuno” di Giovan Angelo Montorsoli, l’“Apostolo” di Vincenzo Danti, l’“Arno” e il “Tevere” di Giuseppe Piamontini, il “Cupido addormentato” di Giovacchino Fortini, lo “Spinario” di Lorenzo Bartolini, “Michelangelo con Vittoria Colonna e alcuni letterati” di Filippo Bigioli e “Michelangelo con il modellino di Mosè” di Adriano Cecioni.
L’attualità del mito e la sua persistenza si rivelano poi nell’ultima sezione, in cui sono esposte esercitazioni degli studenti della Scuola di Pittura, guidati dal docente Adriano Bimbi, di fronte ai marmi della Sagrestia Nuova, e le nuove medaglie Michelangiolesche realizzate dagli allievi della Scuola di Scultura, con la direzione dei docenti Stefano Patti e Francesca Taliani. Insieme a queste opere è presente anche un’incisione di un’allieva di Laura Zanobini, docente di Tecniche dell’incisione.
(s.spa.)