Ringraziamenti di Sholen Pakravan
Sholen Pakravan, la madre di Reyhaneh Jabbari, la cui figlia e stata impiccata dal regime iraniano il 25 ottobre scorso, attraverso Taher Djafarizad, Presidente dell’ONG Neda Day porge, a questo Consiglio Comunale, alla Commissione Pace e Diritti Umani, all’Amministrazione Comunale di Firenze, i suoi più sentiti ringraziamenti per le prese di posizione per salvare sua figlia dall’impiccagione e per aver deciso di intestare, in suo ricordo, un luogo pubblico di prestigio.
A questa ragazza uccisa perché si è rifiutata di smentire la violenza subita, è stato negato anche l’ultimo desiderio, l’unico, contenuto nella sua lettera-testamento scritta alla madre prima di morire:
“Prega perché venga disposto che, non appena sarò stata impiccata, il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le mie ossa e qualunque altra cosa che possa essere trapiantata venga presa dal mio corpo e data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono. Non voglio che il destinatario conosca il mio nome, compratemi un mazzo di fiori oppure pregate per me”.
Neanche questo suo ultimo desiderio, questo atto di grande generosità,è stato esaudito.
E’ stata sepolta senza un degno funerale, senza che i familiari potessero pregare per lei.
Suamadre ha potuto vedere solo il volto e i segni del cappio lasciati sul collo.
La madre ha indossato un foulard turchese, questo, l’unico gesto che ha potuto concedere alla figlia per rispettare il suo desiderio di non volerla vestita di nero per il suo funerale.
Anche per questo, l’Amministrazione Comunale, in tempi brevi, dovrà dare seguito a questo impegno assunto, in modo da poterlo comunicare, presto alla madre e aggiungo, una volta individuato il luogo, procedere a un evento inaugurativo invitando la madre, insieme agli altri familiari ad essere presenti.
Questo non la restituirà alla madre Sholen ma, servirà a mantenere vivo e sempre presente il sacrificio di una donna coraggiosa che ha rinunciato alla vita anche per la libertà e i diritti di tutte e tutti noi. (s.spa.)