Nardella: «Uniamo le forze per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale»

Il sindaco interviene al convegno sulla prevenzione sismica all'archivio di Stato: «su questo fronte serve anche accordo tra Casa spa e università di Firenze»

«E’ venuto il momento per un coordinamento più forte, stringente e sistematico tra tutti i soggetti chiamati ad occuparsi della salvaguardia del nostro patrimonio culturale: le soprintendenze, gli enti territoriali, la protezione civile, la scuola, l’università, gli ordini professionali». Lo ha sottolineato il sindaco Dario Nardella intervenendo, questa mattina all’Archivio di Stato, al convegno sulla ‘Prevenzione sismica del patrimonio delle soprintendenze archeologiche’ organizzato dalla soprintendenza per i beni archeologici della Toscana.
«La convenzione tra il dipartimento di architettura dell’università di Firenze e la soprintendenza archeologica regionale va nel senso del coordinamento – ha rilevato il sindaco – in questo modo il potenziale interdisciplinare universitario è stato reso disponibile per un’attività di ricerca applicata che ha consentito di definire la vulnerabilità sismica di alcune strutture museali. I nostri uffici sono fin d’ora a disposizione per poter aderire a questo lavoro di squadra: proporrò anche a Casa spa un accordo di collaborazioneper realizzare strutture di social housing capaci rispondere ai più alti standard per la prevenzione del rischio sismico».
«Il punto di partenza è che non può esserci nessuna conservazione senza valorizzazione – ha aggiunto Nardella – questo è un tema per il quale più volte mi sono battuto: nessuna salvaguardia territoriale può essere veramente incisiva e durata senza l’attivazione di processi di riqualificazione urbana e ambientale».
«Il patrimonio di Firenze non è fermo, musealizzato, inerte – ha proseguito – è un patrimonio vivente, come lo è la città. Nel centro storico vivono e lavorano decine di migliaia di persone, ecco perché la valorizzazione e la riqualificazione sono due elementi propedeutici ad una conservazione duratura.
Abbiamo idee, progetti e strumenti per dare corpo a queste prospettive di cambiamento e per potere, fin da ora, invertire la rotta passando dalla mera e passiva rendita di posizione all’investimento produttivo sul nostro patrimonio in grado anche di aumentare il prodotto interno lordo».
«Pensiamo, ad esempio, al distretto del restauro e della conservazione nel quale Firenze rappresenta un’eccellenza – ha concluso il sindaco – questa grande ‘industria’ della conservazione va messa al centro di un sistema ‘interessante’ anche economicamente. Non c’è altra città come la nostra in grado di offrire, in uno stesso contesto, le diverse professionalità e i diversi anelli di questa filiera». (fn)