Cristina Scaletti (La Firenze Viva) sulla grave crisi delle botteghe artigiane della nostra città
"Da assessore regionale al commercio - ha spiegato in Consiglio comunale la consigliera Cristina Scaletti - sostenevo la pericolosità delle liberalizzazioni senza regole proposte da Monti e mi opposi con forza prevedendo che la presunta competitività sarebbe andata solo nella direzione della chiusura dei piccoli negozi e delle botteghe artigiane senz'altro meno forti delle grandi superfici di vendita. Il nostro sindaco allora era vicesindaco con delega al commercio nonché responsabile commercio di Anci Toscana, e diceva si alle liberalizzazioni introdotte da Monti, sostenendo allora, nel 2012, che tutto questo non avrebbe portato che benefici per Firenze la Toscana e l'Italia e che ci sarebbe stato sulla base della compettitività un miglioramento; prometteva di introdurre tutta una serie di criteri e regole previste in quei decreti per cui le botteghe artigiane si sarebbero salvate e con esse la nostra tradizione storica, culturale e artigianale.
Da allora - prosegue la consigliera Scaletti - sono molte le botteghe che non ci sono più. In San Frediano in 500 metri sono 47 le botteghe che hanno abbassato le saracinesche e altre che non riescono più a sopravvivere. E ancora, ad agosto il sindaco aveva dichiarato alla stampa che avrebbe fatto tutto quello che sarebbe stato necessario, ricalcando quello stesso comunicato del 2012, reintroducendo le stesse clausole che lo caratterizzavano. Il problema non è risolto, il problema rimane attuale; se i negozi continuano a chiudere per le liberalizzazioni, per la mancata attenzione del Comune nei loro confronti, per la ztl, per la scarsità dei parcheggi, perché non c'è una politica seria nei loro confronti che non sia quella prevista dalla Regione Toscana per quanto riguarda i centri commerciali naturali e simili iniziativi. Voi proponete soltanto la promozione dei negozi; cosa fanno negli altri paesi, quali politiche attuano per il sostegno delle botteghe artigiane? Quelle 47 botteghe non riapriranno più, apriranno mega store, esercizi commerciali di altro tipo, una Disneyland, quale purtroppo sta diventando la nostra città, che ha determinato un peggioramento nella qualità dell'offerta per i residente ma ancheper i turisti. Quindi, non solo questa è una domanda di bruciante attualità, a differenza da quanto sostenuto dall'assessore Bettarini nella sua risposta, ma anche un invito a non rifugiarsi dietro agli "abbiamo detto" ai "faremo", perché l'unica verità è che i negozi continuano a chiudere". (s.spa.)