Silvia Noferi (M5S) "Per parlare in Consiglio occorre la specializzazione post-laurea"
In seguito alla mia comunicazione in Consiglio di oggi ho avuto ancora una volta un appunto sul mio linguaggio. Come tutti sanno, quando gli argomenti scarseggiano si ricorre al solito espediente del "modo".
Il mio discorso era generale, per sollecitare una riflessione su un evento triste come la morte di una persona profondamente turbata per problemi legati al suo posto di lavoro, ovviamente non addossavo a nessuno la responsabilità né accusavo qualcuno di omicidio. Ma tant'è, ormai ho capito di partecipare ad un master, ad un corso post-laurea, alla Specializzazione in Italianistica che trova il suo esame periodico nel Consiglio Comunale del lunedì.
Riporto per chiarezza il testo del mio discorso:
"Giovedì scorso su richiesta di alcuni lavoratori li ho accompagnati alla convocazione delle ditte appaltatrici dei servizi delle biblioteche comunali.
I responsabili delle aziende del raggruppamento temporaneo di imprese avevano affermato durante la loro audizione in Commissione Lavoro dello scorso luglio che non avrebbero licenziato quei lavoratori che non accettavano di firmare le dimissioni volontarie in cambio di un nuovo contratto con un livello e una retribuzione inferiore.
Di fronte a noi consiglieri hanno affermato che non li avrebbero licenziati perché la Legge non lo prevede ma si sarebbero appellati al loro senso di responsabilità in quanto il mantenimento dei loro alti livelli retributivi metteva a repentaglio la sopravvivenza stessa dell’appalto e delle aziende appaltatrici.
Così non è stato. Le aziende sono nuovamente a richiedere a questi lavoratori la firma di “dimissioni volontarie” e di un accordo sindacale con il quale rinunciano a qualsiasi diritto sul precedente rapporto di lavoro, accettano il demansionamento e la prestazione di un notevole numero di ore a titolo gratuito.
In attesa che l’attuale governo provveda a liquidare legalmente lo Statuto dei lavoratori si pretende che gli sbagli nelle offerte tecniche degli appaltatori da una parte e delle negligenze di chi ha emesso il bando dall’altra, ricadano esclusivamente sui lavoratori, gli unici a non aver avuto voce in capitolo.
Questa cosa è assurda e, per il momento, illegale.
Stanotte è deceduta per infarto, a 56 anni, una bibliotecaria fra quelle che hanno firmato per paura di ritorsioni. I colleghi mi riferiscono del suo profondo senso di inquietudine e preoccupazione per aver firmato un documento sotto una innegabile costrizione psicologica.
Questa morte è un po’ sulla coscienza di tutti noi che non abbiamo fatto abbastanza per proteggere chi è più debole e in stato di bisogno. Non basta trincerarsi dietro alla solita frase: “ormai è andata così”. È nostro dovere di porre rimedio in qualche modo agli errori e delle ingiustizie di cui veniamo a conoscenza.
Questa amministrazione dovrebbe pretendere che ciò che viene affermato in sua presenza e dei suoi consiglieri venga poi mantenuto, non detto soltanto per prendere tempo ed aspettare il momento più opportuno per agire in senso contrario, in particolar modo quando si tratti di espletare un servizio comunale".
Silvia Noferi
M5S