Silvia Noferi (M5S): "Parolacce sì, parolacce no"

"Mi auguro che le stanze di questo Palazzo, dal Salone dei Cinquecento allo stanzino delle scope, vengano affittati solo per attività con motivazioni culturali o al massimo di beneficienza, non per motivi di solo business"

Riporto la mia risposta di ieri in Consiglio Comunale alla Vice Sindaco Cristina Giachi:
“Ci sono dei posti che per la loro storia e per la funzione che hanno svolto nel passato portano dentro di sé una sacralità tale, anche senza essere luoghi di culto, che non dovrebbero mai diventare oggetto di pubblico ludibrio. Penso ai palazzi simbolo del potere civile, ma anche alle scuole, ai luoghi dove uomini di ingegno hanno vissuto e lasciato tracce.
Palazzo Vecchio e il Salone dei Cinquecento hanno questa caratteristica, penso sia innegabile.
Sono stati la sede del potere civile a Firenze, la sede del parlamento del Regno d’Italia, il palazzo dove uomini illustri sono passati e dove hanno dato lezioni di civiltà e di grandezza.
Sul muro di Palazzo Vecchio in via de’ Gondi, c’è una targa che ricorda la liberazione di Firenze:
“11/08/1944 Non donata ma riconquistata a prezzo di rovine, torture di sangue, la libertà, sola ministra di giustizia sociale per insurrezione di popolo, per vittoria degli eserciti alleati, in questo palazzo dei padri più alto sulle macerie dei ponti, ha ripreso stanza nei secoli”.
Penso che non ci sia altro da aggiungere, se non che mi auguro che le stanze di questo Palazzo, dal Salone dei Cinquecento allo stanzino delle scope, vengano affittati solo per attività con motivazioni culturali o al massimo di beneficienza, non per motivi di solo business: perché una ditta ha deciso di fare la riunione annuale dei soci in un bel posto.
Non possiamo svendere LA LIBERTA’ CHE HA FATTO STANZA qui, per due tramezzini”.

Queste considerazioni hanno scatenato una reazione della Vice Sindaco che, senza chiedere la parola, ha cominciato a dare lezioni di italiano, asserendo che “pubblico ludibrio” non fosse una locuzione adatta e che la sottoscritta avrebbe dovuto imparare a usare bene tali parole prima di usarle. A parte il fatto che è un settore in cui mi muovo agevolmente, il problema non è l’italiano (ammetto che forse avrei potuto trovare un termine inglese, più consono al linguaggio usato da questa amministrazione), ma la questione è che il Salone dei Cinquecento è stato affittato per poco più di 22.000 Euro ad una società, la Four Season Hotel, per un evento privato, senza scopi culturali o benefici, per un non meglio specificato tema “Augusta”.
La questione è strettamente politica. Fin dal discorso di insediamento era stato annunciato che il Movimento 5 Stelle era contrario alla svendita per fini commerciali del patrimonio culturale.
In linea con quanto espresso dal Sindaco poco prima, la mia interrogazione non si basava su dubbi o illazioni (in questo caso anche abbastanza legittimi) ma su fatti: l’affitto del Salone a privati.

Le parole usate: “pubblico ludibrio”, volevano essere forti perché altrettanto forte è lo stridore generato da un utilizzo improprio di un luogo simbolo quando venga ignorata la "sacralità" con un utilizzo “profano” (se mi è concesso il termine), impropri e irrispettosi. Facevano parte della premessa ma la veemenza con cui ha risposto la Vice Sindaco ha semplicemente confermato che non si trattava di un evento culturale.

Riguardo al tono usato, rimarco che, per formazione, non scado mai nella caciara o nella diatriba personale (che anzi stigmatizzo sempre con decisione), soprattutto in un contesto istituzionale.

Si critica sempre la comunicazione del Movimento 5 Stelle per le “parolacce” evidentemente da domani dovremo inserirci anche “pubblico ludibrio”. (s.spa.)

Silvia Noferi
Movimento 5 Stelle