Dirigenti pubblici, l'intervento del consigliere Scino (Pd): "Quando arriva il turno dei sacrifici dei top manager"
"L'annuncio del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi di voler dare una forte sforbiciata agli stipendi dei Top Manager del pubblico impiego e la relativa risposta dell'amministratore delegato delle ferrovie dello stato Mauro Moretti hanno portato ancora una volta alla ribalta una delle tante contraddizioni tipicamente italiane
Sempre per rimanere con i piedi per terra e richiamare semplicemente qualche fatto concreto in tema di politica economica, ritengo che siamo tutti d'accordo: il nuovo governo deve agire sicuramente almeno su due leve: abbassare le tasse, senza incidere sull'aumento del debito pubblico, sia per non danneggiare oltre le generazioni future sia per non incorrere nelle scosse dei mercati finanziari. Perciò non resta che colpire con decisione i tanti sprechi e abusi della spesa pubblica.
Qui pero sorge una domanda cardinale: da dove partire per tagliare? in un momento di crisi, con una disoccupazione galoppante ed una economia che langue bisogna assolutamente tutelare le fasce deboli e incominciare da chi sta meglio, da chi ha di più e può permettersi un piccolo "sacrificio" di solidarietà.
Il taglio serio degli stipendi dei cosiddetti manager pubblici non è più rinviabile. L'argomento e cruciale e impone una riflessione da buon padre di famiglia e bisogna subito dare un dato inconfutabile: i dirigenti pubblici in Italia guadagnano più che in tutti gli altri paesi.
Da noi alcuni emolumenti appaiono sproporzionati se non addirittura surreali specie se si pensa alle performance delle nostre imprese pubbliche. Ad esempio volendo generalizzare e fare qualche paragone sembra che un ambasciatore prende un mensile intorno a 25 mila euro, piu del doppio di un collega tedesco; un giudice della Consulta piu o meno 40mila euro lordi al mese, raddoppiando lo stipendio di un suo pari statunitense.
Parrebbe poi che i dirigenti ministeriali di piu alto profilo guadagnino pure loro circa il doppio dei dirigenti ministeriali del Regno Unito.
Solo per dare un idea del fenomeno basta pensare che ai dicasteri dello Sviluppo economico e della Sanità ci sono 125 e 165 dirigenti di seconda fascia con uno stipendio medio di 110 mila, ovvero quello che prendono a Londra i 17 dirigenti di prima fascia del ministero dell'Economia!
Volendo continuare possiamo citare i 300 dirigenti di vertice di regioni e province con 150 mila euro, ossia lo stipendio del capo di gabinetto del foreign Office.
Ora mi chiedo: da qualche anno per via della crisi sono tante le categorie che in questo paese si sacrificano partendo dal cittadino contribuente che soggiace a continui aumenti delle tasse, i pubblici dipendenti con il blocco degli aumenti stipendiali e dei contratti, le forze dell 'ordine anch'esse colpite dalla scure dei tagli lineari e direi ciechi della spending review, gli operai in cassa integrazione, i pensionati al minimo e soprattutto i nostri ragazzi che non riescono a trovare lavoro e che quando lo trovano e precario, poco remunerato e senza garanzie previdenziali, perché davanti a tutto questo ci sono invece intoccabili che continuano a rimanere estranei al problema?
Si può continuare così a far pesare solo su una parte del paese la congiuntura negativa ed i vincoli giusti di bilancio cui siamo chiamati all'interno dell'U.E.? E di un paese civile ed avanzato questo squilibrio, una società moderna può reggersi sulla fiaba dei diritti acquisiti per alcuni e dei sacrifici imposti solo ad altri?
Non ci risulta che il dettato Costituzionale preveda una particolarità per gli stipendi dei dirigenti pubblici. Certo siamo tutti liberi di protestare e di andarcene sbattendo la porta. Ma questo non e un problema: quanti giovani ogni mese laureati bene, con specializzazioni e master devono trasferirsi all'estero per realizzarsi? Non si parla da anni di fuga di cervelli, allora che problema ce facciamoli restare e diamogli una chance magari si accontenteranno di soli 70.000 euro annui per fare i dirigenti pubblici o i manager di aziende controllate dallo Stato e forse non faranno peggio di chi ha gestito Alitalia e Fs in passato!
Se vogliamo l'a.d. FS Mauro Moretti potrebbe aver ragione a dire che alcuni manager di imprese pubbliche hanno potenzialmente un futuro nel privato anche all'estero. Tuttavia se consideriamo le aziende controllate dal Dipartimento del Tesoro, sono tanti i manager senza esperienza nel settore privato, e soprattutto, pare con pochissima esperienza nella gestione del tipo di impresa pubblica cui sono stati messi a capo!
Sarebbe poi interessante sapere dall'ingegner Moretti come mai ha fatto un paragone con l'amministratore delegato delle ferrovie tedesche che guadagna il triplo del suo stipendio di 850 mila euro. Come mai se guardato bene dal citare quello francese che invece, bontà sua, prenderebbe solo 250 mila euro ( realizzando un fatturato nel 2012 di 33 miliardi di euro). Pare che per questo non ci sia stata neanche una fuga all'estero di manager francesi...magari verso l'Italia e che le ferrovie francesi funzionino forse meglio delle nostre!
Bisognerebbe infine ricordargli che nel 2012 le ferrovie tedesche pero hanno fatturato 38 miliardi ( quelle nostrane poco piu di 8 miliardi, quanti sono stati i contributi dello Stato?) con un utile da record in Germania, prima delle tasse, pari a 2,3 miliardi di euro!
In buona sostanza, è bene che il governo non demorda perché è fondamentale per uscire dalla crisi imboccare questa strada ed imporre addirittura per legge un tetto agli stipendi dei manager pubblici. Scongiurare che si vada oltre con la girandola di nomine di tantissimi pseudomanager spesso privi di competenze e di esperienze professionali coerenti con il loro incarico e che si trovano,spesso, ai posti di comando solo in quanto legati a un carro politico o a un sindacato.
Certo, va sottolineato che a parte le grandi aziende pubbliche, il problema e ancora piu a monte perchè si potrebbe risolvere eliminando molti di quegli enti pubblici , statali e regionali, che non appaiono dotati di alcuna funzione e che invece sono strumentali a logiche politiche non più correnti con l'attuale scenario della crisi economica che richiede profonde riforme, investimenti ed innovazione in tutti i campi.
Per favore, ing. Moretti, dimostri almeno un po' di pudore e arrossisca per certe affermazioni che credo abbiano creato non poco imbarazzo anche al sindacato di provenienza.
Caro Signor Presidente del Consiglio: è proprio il caso di dire vada avanti come un treno, ma davvero, però!! scusi come una freccia rossa! nel tagliare assurdi privilegi e prebende, ci sono migliaia di giovani di elevata professionalità, capaci e motivati che hanno veramente il senso dello Stato e che si accontenterebbero di un normale stipendio per onorare e servire con impegno e dedizione il nostro Paese."
(lb)