Odg, Giuliani (Pd): "Bene i corsi di formazione per i giornalisti. La deontologia riguardi anche il linguaggio di genere"

La presidente della commissione Pari opportunità: "Contributo della stampa decisivo per una nuova cultura contro la violenza sulle donne e femminicidi"

Soddisfazione della presidente della commissione Pari opportunità Maria Federica Giuliani (Pd) per il richiamo fatto dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli alla necessità della formazione per tutti i giornalisti iscritti, obbligatoria dal primo gennaio di questo anno in applicazione alla legge n. 148/2011 di riforma degli ordini professionali. Bartoli ne ha parlato in occasione dell'Assemblea annuale dell'Ordine dei Giornalisti della Toscana che si è svolta ieri a Firenze, dove state consegnate la targhe d’onore ai giornalisti iscritti all'ordine, che hanno raggiunto il prestigioso traguardo dei cinquanta anni di iscrizione nell’Albo. Secondo quanto riportato durante l’assemblea, nell'ambito dei 60 crediti formativi nel triennio, almeno 15 dovranno riguardare corsi di aggiornamento sulla deontologia professionale. “Per questo- ha detto la presidente della commissione Pari opportunità Giuliani- , visto che l'Ordine dei Giornalisti della Toscana sta predisponendo incontri, ritengo inderogabile che questi possano avere come oggetto specifici interventi atti alla costruzione e all'uso di un linguaggio di genere appropriato, rispettoso e non sessista. In relazione ai tragici casi di femminicidio espressioni quali "dramma della gelosia" piuttosto che "raptus amoroso", devono essere bandite dalle pagine dei giornali e dai servizi televisivi. Non si può raccontare l’uccisione di una donna come l’atto di un uomo innamoratissimo e tranquillo e nascondere con la parola “lite” una relazione costruita probabilmente su possesso e pressioni psicologiche, perché il femminicidio è sempre l’atto estremo e finale di giorni, mesi spesso anni di maltrattamenti.
I dati dell’Onu ci dicono che nel mondo 7 donne su 10 subiscono violenza nel corso della vita, e che 600 milioni di donne vivono in nazioni che non la considerano un reato.
I media hanno un compito enorme e possono offrire una chiave di svolta con la propria qualificata professionalità, con una informazione che denunci che controllo e possesso non sono componenti dell’amore, raccontare che l’amore è altro.
Per questo ci proponiamo come partner all'Ordine dei Giornalisti della Toscana come amministrazione comunale per l'organizzazione dei corsi di aggiornamento previsti dalla legge, certa che mettendo in campo le rispettive competenze, in virtù di quel codice deontologico richiamato dalla legge e tenuto sempre come faro da chi svolge la professione giornalistica, porti ad una preparazione ad hoc in questo campo e all'abbattimento di atavici stereotipi”

(lb)