"Basta tasse per finanziare spese ed enti inutili", l'intervento di Scino (Pd) in Consiglio comunale

"Fatti e non parole. Riflessioni in tempo di crisi"

"In un periodo di crisi che ormai si protrae da alcuni anni, la politica sembra non riuscire a trovare soluzioni adeguate: la spesa pubblica continua a salire insieme alla pressione fiscale, alla corruzione ed alla burocrazia soffocando quegli accenni di ripresa che negli ultimi tempi sembrano alimentare qualche flebile speranza di uscita dalla difficile e negativa congiuntura economica che non stà dando tregua al Paese. Ma ciriticare è facile e forse in questo frangente è completamente inutile: mi chiedo invece se non sarebbe meglio provare tutti insieme ad essere banalmente propositivi e a promuovere qualche contributo di idee, qualche riflessione sulle possibili iniziative da attuare, partendo da quelle più semplici per iniziare a dare ossigeno alle casse dello Stato innanzitutto e ad alleggerire la situazione di sofferenza delle famiglie e delle imprese. Non si può prescindere in questo dal fare qualche riflessione in tema di cosiddetta revisione della spesa pubblica “spending review”, i cui effetti sinora hanno colpito in modo lineare soprattutto il potere d'acquisto dei cittadini con l'effetto pesantissimo per l'economia di una forte caduta del consumo delle famiglie senza arrecare quei benefici sul bilancio pubblico che ci si attendevano. Forse perchè, semplicemente le voci da revisionare sono altre e ben più rilevanti. Alcuni esempi:

- Enti inutili...inutilmente a carico dei contribuenti

Un carrozzone di società e consorzi, a cosa serve? Secondo le stime apparse su alcuni media gli enti cosiddetti inutili costano al contribuente 10 miliardi di euro.

Un numero imprecisato di società partecipate, controllate e consorzi, che in base alle stime fatte dall'Unione delle Province italiane del 2012 – costano effettivamente oltre 7 miliardi di euro. Ma c'è chi sostiene che lo spreco arrivi a 10 miliardi. Pare che si tratti di oltre 540 soggetti tra i quali troverebbero posto ad esempio:

una società per le Terme che dagli Anni 80 deve differenziare l’offerta ricettiva dell’area. Terme non c’è ne sono ancora nella zona ma di contro nel 2011 l’ente ha emanato un bando per reclutare un direttore minerario.

Tra i più longevi l’Eipli, l’ente per l’irrigazione e la trasformazione fondiaria di Puglia, Lucania e Campania. Nel 1979 una legge lo ha dichiarato in liquidazione, liquidazione che ancora non si riesce a chiudere! 31 sono stati i decreti che lo hanno fatto sopravvivere consentendo al commissario, ai tre subcomissari, al direttore generale e al capo di gabinetto di continuare ad intascare lo stipendio.

Non possiamo non citare poi la Stazione sperimentale per i combustibili, trasformata in azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, la Stazione sperimentale per la seta, la Stazione Sperimentale per le Industrie delle Essenze e dei derivati dagli Agrumi di Reggio Calabria.

Quello dell’Ice, il principale ente di promozione all’estero, il caso più eclatante: nel 2011 il ministro Tremonti tentò di eliminarlo, sia per la situazione di bilancio perennemente in rosso, che per la sovrapposizione di competenze tra i dicasteri delle Attività produttive e degli Esteri, ma con il Governo Monti è risuscitato uguale a prima.

Per quanto considerati inutili, questi organismi in alcuni casi non solo sopravvivono ma sembrano addirittura in crescita: è il caso, pare, degli enti più grandi come l’Istituto di previdenza per il settore marittimo Ipsema, l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro Ispel, l’Istituto affari sociali Ias o l’Agenzia autonoma per la gestione dell’albo dei segretari comunali e provinciali che per effetto di una la legge del 2010 hanno ricevuto un aumento delle dotazioni degli organici.

 

- Braccialetti elettronici

Un sistema altamente tecnologico per risolvere il sovraffollamento delle carceri. Il problema delle carceri stracolme di detenuti è rimasto insieme alle spese altissime per l'attivazione dei braccialetti, mai arrivata a regime: Il costo della convenzione con Telecom per i braccialetti elettronici sarebbe di 9,083 milioni di euro, di cui 3,160 sono costi organizzativi e 2,4 milioni per l'acquisto di 2 mila braccialetti, dei quali utilizzati solo 90 e con un costo di circa 5 milioni, come dichiarato in Commissione Giustizia alla Camera dal capo della Polizia, Alessandro Pansa, infatti la gestione di ogni braccialetto elettronico è superiore ai 55 mila euro l'anno.

Parrebbe in sostanza che questi braccialetti nulla abbiano ad invidiare ad Bulgari o ad un Cartier! Sarebbero, infatti, stati spesi già oltre 86 milioni per canone e gestione.

La convenzione con Telecom Italia sia stata dichiarata illegittima e penda ora un il giudizio della Corte di Giustizia europea, dopo il ricorso dell'azienda sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittimo l'accordo rinnovato nel 2011.

Possibile che non si possa fare una gara europea ed individuare forniture di apparati tecnologicamente più avanzati e molto meno costosi (come avvenuto in altri paesi UE) di quelli della convenzione Telecom, così da eliminare questo spreco ingiustificabile?

Ingiustificabile specie se si pensa alla situazione carceraria: in 206 istituti di pena con una capienza di 45mila 700 posti pare che siano detenute 66mila 897 persone, 21mila 197 più di quanto previsto. Quasi la metà di chi è in carcere, 27mila 251 persone, è in attesa di un giudizio definitivo.

 

- Costo del funzionamento degli organi istituzionali, centrali e locali: 6,4 MILIARDI DI EURO (209 EURO PER CONTRIBUENTE)

Lo scandalo occorso nella Regione Lazio ha riportato sotto i riflettori il tema dei costi della politica e del funzionamento degli Organi Istituzionali Centrali dello Stato e di Regioni, Province e Comuni.

Secondo uno studio della UIL emerge che, per il solo funzionamento degli Organi Istituzionali si spendono circa 6,4 miliardi di euro (209 euro per contribuente), di cui: 3,1 miliardi di euro per il funzionamento degli Organi dello Stato centrale (Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale, Presidenza del Consiglio, Indirizzo politico dei Ministeri), equivalente a 101 euro medi per contribuente; 1,1 miliardi di euro per il funzionamento di Giunte e Consigli Regionali (38 euro medi a contribuente); 2,1 miliardi di euro per il funzionamento di Giunte e Consigli Provinciali e Comunali (70 euro medi per contribuente).

Secondo le stime del Servizio Politiche Territoriali della Uil, infatti, sono oltre 1 milione e 100 mila le persone che vivono direttamente o indirettamente, di politica, il 4,9% del totale degli occupati nel nostro Paese.

Un esercito composto da quasi 144 mila persone tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.067 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.356 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 3.853 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 137.660 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali, a cui aggiungere la pletora di persone di CDA Aziende pubbliche, Consulenti, apparato politico.

Per quanto concerne il caso specifico delle Regioni, nel 2012 complessivamente gli stanziamenti per il funzionamento di Giunte e Consigli diminuiscono dell’1,6% rispetto al 2011.

Diminuzione che riguarda solo 12 Regioni, mentre nelle restanti 9, continua, nonostante tutto, il trend di aumento, tutto ripartito tra Centro Nord e Mezzogiorno.

Infatti, l’aumento più consistente negli stanziamenti del 2012, in termini percentuali, si registra in Molise con il 15,3% rispetto all’anno precedente; nel Lazio con il 5,2%; in Veneto 3,2%; in Sardegna 2,5%; in Campania 1,3%.

In valori assoluti, nel Lazio, lo stanziamento del 2012, aumenta di 6,8 milioni di euro rispetto al 2011; in Molise di 4,8 milioni di euro; in Sardegna di 2,6 milioni di euro; in Veneto di 2,2 milioni di euro; in Campania di 1,1 milioni di euro.

 

Alla luce di questi dati appare più che mai necessario rivedere al ribasso le indennità dei Parlamentari e dei Consiglieri Regionali, così come i loro vitalizi, non solo per un principio di equità e di giustizia sociale, ma ancor prima perchè pesano significativamente sul bilancio dello Stato ogni anno!.

Di fronte alla crisi economico – finanziaria bisogna che per primi gli esponenti delle Istituzioni a tutti i livelli ragionino semplicemte in termini di pareggio tra entrate ed uscite: ovvero non spendere più di quanto si ha a disposizione.

Come ha detto il premio Nobel Mario Vargas Llosa “Spendere più di ciò che si guadagna è un’irresponsabilità figlia del populismo, che significa sacrificare il futuro per il presente”.

 

- ex municipalizzate

Pare si tratti di 6 mila società per 8 mila comuni italiani, con 24 mila amministratori sparsi a tutti i livelli e pagati in media di 62 mila euro l’anno ciascuno. Queste società trattano di servizi pubblici, trasporto, forniture energetiche, istruzione, ricerca, turismo, cultura, tempo libero ed edilizia. Il conto è salato e finisce sempre sulle casse dello Stato, e quindi sulle spalle dei contribuenti.

Dopo le elezioni amministrative del 2012 per esempio, parrebbe che si siano liberati, 2 mila posti nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle ex municipalizzate. Più della metà sono andati a candidati che non sono stati eletti.

Non sarà anche per questo che si registrano buchi di bilancio, come quello del Comune di Roma?

Se guardiamo i bilanci, forse ci accorgiamo che tutto questo ha un costo e non solo a Roma : esempi ce ne sarebbero al Nord come al sud, come per il trasporto urbano o per la gestione dei rifiuti o, ancora, per la distribuzione dell'acqua.

 

Non si potrebbero privatizzare e realizzare così importanti economie di bilancio?

L’Istituto Bruno Leoni sembra che abbia parlato addirittura di 30 miliardi di euro di entrare per il bilancio statale se le ex municipalizzate fossero messe in gioco sul mercato; forse non saranno proprio trenta, ma perchè non tentare?

 

E' non più rinviabile la razionalizzazione e la revisione dell'organizzazione dei tanti corpi di polizia esistenti in Italia: attualmente abbiamo la Polizia di Stato che conta circa 115.000 uomini; carabinieri altrettanto, Guardia di Finanza circa 63.000, Agenti di Custodia circa 50.000, Forestali circa 9.000. A questi vanno aggiunti le tantissime polizie locali, regionali e provinciali. Voglio ricordare che spesso nei compiti e nelle funzioni si sovrappongono creando costosi ed inutili disservizi.

Vorrei anche evidenziare che si potrebbe, con provvedimento immediato, abolire scorte ed auto di servizio alle tantissime ex cariche istituzionali dello Stato che non ne avrebbero più titolo (in un paese civile e normale) di esistere e di avere questi costosi ed incivili privilegi.

Per non parlare degli elevatissimi costi sostenuti della società del Ponte di Messina e che sembra sia ancora esistente con funzionari e dipendenti.

Questi sono solo alcuni esempi concreti dove si potrebbe intervenire per recuperare finanziamenti, risorse umane e soprattutto efficienza.

Sono certo che il Governo Renzi affronterà con la massima determinazione l'aspetto del recupero di risorse a tutto tondo e non si farà imbrigliare dalle varie lobbies ed interessi di parte che tendono sempre a farsì che tutto rimanga allo status quo"

 

(lb)