Regolamento Urbanistico, Grassi: "Secretare il piano della Città per i prossimi 5 anni è un grave errore politico per chi ha fatto della trasparenza e della partecipazione la propria bandiera politica"
“La decisione di secretare la discussione nelle Commissioni del Consiglio Comunale e nei Consigli di Quartiere è un grave errore politico per chi ha, sulla carta, fatto della trasparenza e della partecipazione una propria bandiera”. Lo affermano il Consigliere comunale Tommaso Grassi e i Consiglieri di Quartiere, insieme ai coordinatori dei Circoli territoriali di SEL e al Coordinatore cittadino.
"Si tratta di discutere le previsioni per Firenze dei prossimi 5 anni, e ridurre la discussione pubblica di questo importante strumento urbanistico, peraltro atteso da più di due anni, alle osservazioni che potranno essere prodotti dai cittadini solo dopo l'avvenuta adozione da parte del Consiglio Comunale, quando ormai l'atto risulterà di fatto formalmente costituito e, in pratica,in coincidenza con la campagna elettorale, non garantisce da manovre speculative che invece possono essere contrastate dalla più assoluta trasparenza e dalla più larga pubblicazione degli atti che si intende adottare. Mentre in questo modo si impedisce ai cittadini di sapere cosa viene previsto sul territorio.
Non è possibile discutere su un atto che decide del futuro della nostra Città lontani dal confronto pubblico e dal dialogo con interi pezzi della Città. Si vuol far credere davvero che i grandi costruttori e i poteri forti della Città non siano già a conoscenza dei contenuti del Piano? Possiamo dubitarne? Mentre è evidente che in questo modo gli unici ad essere privati della possibilità di conoscere cosa avverrà sul proprio territorio saranno i cittadini singoli, i gruppi informali che si sono battuti negli anni contro quella o quest'altra opera o cementificazione, a cui i Consiglieri non possono rivelare alcunché, e che adesso non hanno il diritto di sapere se nella proposta di Piano della Giunta si tiene conto delle loro legittime esigenze.
D'altra parte essendo di fatto pervenute tardivamente le raccomandazioni degli uffici alla riservatezza, quando cioè i documenti erano già stati divulgati a tutti i membri del consiglio, non sarebbe stato un gesto di responsabilità da parte del Sindaco e del Presidente del Consiglio dare un segnale di fiducia nella partecipazione consapevole dei cittadini?
E' la politica che deve farsi garante della volontà di evitare possibili speculazioni o compravendite sospette di terreni, ed avremmo certamente apprezzato un'Amministrazione che avesse reso pubbliche tutte le proprie scelte fin dalla fase di formazione della pianificazione urbanistica, e prendendo atto della raccomandazione degli uffici alla riservatezza, avrebbe dovuto optare per la più completa e totale trasparenza.
Forse però questo non è il caso di un Comune che preferisce celare e secretare gli atti piuttosto che confrontarsi apertamente con i propri concittadini” hanno aggiunto gli esponenti di SEL.
"O forse si ha paura che venga rivelato che lo slogan dei volumi zero, tanto decantato dal Sindaco Renzi per anni, non è altro che un mantra. E proprio grazie al divieto di rendere pubblica la discussione su quegli atti non sarà possibile confutare sulla base di esempi concreti quella affermazione propagandistica" hanno concluso.
(fdr)