Alloggi ERP, Grassi: "Dopo 6 mesi il Comune si rende conto di aver sbagliato l'istruttoria delle domande. Annulla gli atti ma le case sono state già assegnate"
"Un errore, per una sbagliata interpretazione, del calcolo del limite economico d'accesso al bando di assegnazione degli alloggi Erp. Il Comune annulla l'atto. E ora cosa succederà? Revocherà le assegnazioni che lui stesso ha fatto per un proprio errore? E' una situazione paradossale”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, attacca l'amministrazione di Firenze. E incalza: “Possibile che in sei mesi nessuno si fosse reso conto dell'errore grossolano che è stato fatto? Difficile pensare che in caso di revoca dell'assegnazione un giudice dia torto all'assegnatario che si vede tolto un diritto dallo stesso che ne ha decretato l'assegnazione".
“Il Comune, in base alla legge regionale, ha fatto un bando per definire le situazioni di assegnazione provvisoria degli alloggi popolari a Firenze – continua Grassi - arrivano oltre 150 domande e nonostante un rinvio di sei mesi per la pubblicazione dell'esito delle istruttorie, da giugno scorso iniziano ad essere assegnati definitivamente gli alloggi, escludendo chi non ne ha diritto. Una procedura dovuta che pare essersi conclusa correttamente. E ora questa nuova tegola. Chiediamo spiegazioni”.
"Certo le responsabilità parrebbero chiare dall'atto del Comune, ma è facilmente individuabile che si tratta di una assistente sociale, le cui competenze devono essere altre rispetto a quelle amministrative. La responsabilità politica e tecnica – aggiunge il capogruppo - quindi non è possibile liquidarla così facilmente. Da anni lamentiamo il ridotto numero di assistenti sociali nel Comune e poi scopriamo che alcune vengono messe a fare un lavoro amministrativo e contabile che spetterebbe ad altri".
Il rappresentante dell'opposizione di sinistra in Palazzo Vecchio conclude: “Che sta succedendo all'ufficio casa del Comune di Firenze? Si tratta di una assistente sociale non capace di fare il proprio lavoro a contatto con la cittadinanza fragile e più debole? Si tratta di qualche protetta che si ha paura di ammettere non sa fare il proprio lavoro? Oppure i responsabili dell'ufficio non riescono a capire la differenza tra la professionalità e le competenze di una assistente sociale e quelle di un tecnico amministrativo? Vogliamo saperne di più e non ci limiteremo con le domande”. (fdr)