Alluvione, Amato (Alternativa Libera): "Mezzo secolo dopo Firenze è ancora a rischio e la politica è in ritardo"
“Mezzo secolo dopo Firenze è ancora a rischio e se dovesse arrivare un'alluvione come quella del '66, Firenze finirebbe ancora sott'acqua.”. Lo ha affermato nell'intervento in Consiglio comunale odierno Miriam Amato di Alternativa Libera, ricordando che Firenze rimane ancora oggi ad alto rischio alluvione.
“Le opere di prevenzione finora realizzate e quelle previste sono insufficienti- ha aggiunto la consigliera - le stesse 4 casse di espansione in progettazione e realizzazione nel Valdarno non bastano e vanno considerate come 'monouso': dopo la prima esondazione dovrebbero essere poi "ripulite" dal fango con costi di manutenzione notevoli e senza riavere l'efficacia iniziale. E poi non è detto che funzionino - sottolinea la consigliera- quanto avvenuto nell'ottobre 2013 a Figline Valdarno fa sorgere qualche dubbio: nel quartiere di S. Biagio, con lo straripamento di un torrente le acque non andarono nella vicina cassa di espansione prevista, ma allagarono il quartiere. Inoltre la corretta gestione del territorio non deve prevedere due opere concomitanti e in contrasto fra loro - ha proseguito la consigliera - come nel caso di Leccio, a Reggello, dove è prevista una cassa di espansione in prossimità di un noto centro commerciale, che ha impermeabilizzato il terreno e cementificato il territorio".
"Vanno poi ricordati i torrenti e gli affluenti dell'Arno - ha continuato la consigliera - le opere finora realizzate riguardano quasi esclusivamente Arno e Sieve, mentre Mugnone, Terzolle, Mensola e Greve rappresentano ancora dei pericoli”.
"Un grosso problema è anche la cementificazione e il consumo di suolo che sono aumentati esponenzialmente - prosegue Amato - così come è cresciuta la popolazione residente nella valle dell'Arno. Per "consumo di suolo" nel bacino dell'Arno, si deve intendere la costruzione di nuove strade, parcheggi, edifici, industrie, come i tombamenti di torrenti, restringimenti e costruzioni in alveo”.
"La realizzazione di opere di difesa idraulica ci riporta al concetto che dai corsi d'acqua bisogna difendersi - ha sostenuto la consigliera - invece bisogna imparare a conviverci, così come gestire e amministrare un territorio richiede il rispetto delle sue caratteristiche, ricordandosi cheopere di ingegneria idraulica, che intombano o modificano i corsi d'acqua, non risolvono anzi possono peggiorare le condizioni e la sicurezza del territorio".
“Il rischio alluvione è sempre presente e i cambiamenti climatici sono in atto e la politica è ancora una volta in ritardo e occorre prepararci ai prossimi eventi catastrofici, bombe d'acqua o tornado come quello di un anno fa nel quartiere di Gavinana - conclude Amato - il problema non è se un'alluvione di pari entità o superiore colpirà ancora Firenze, ma quando ciò accadrà”. (s.spa.)