Donella Verdi (Frs): "Altri condannati alla precarietà tra i dipendenti del Maggio Musicale"

“Dopo mesi di silenzio, il Sovrintendente del Teatro del Maggio Musicale è ricomparso sulla stampa.
Ci saremmo aspettati che volesse dare alla cittadinanza, così per cambiare, delle buone notizie: che aveva trovato tanti sponsor disposti a contribuire al risanamento del Maggio, che fosse stato sbloccato il milione di euro da parte della Regione.
E invece no. Ha annunciato – spiega la consigliera di Firenze Riparte a Sinistra Donella Verdi – ancora una volta l’apertura della procedura di licenziamento per 26 o 30 dipendenti, senza nemmeno prendersi cura di anticiparlo ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali.
Ancora una volta il Sovrintendente scarica le gestioni sbagliate del passato e quella attuale sul personale dipendente lanciando un aut aut: o si accetta, o si muore.
Dipinge il passaggio ad Ales dei dipendenti come una opportunità vantaggiosa, ma non considera che questi passaggi non daranno, in prospettiva, alcuna certezza, perché sappiamo bene che le commesse ad Ales hanno rinnovi annuali.
Quali saranno allora le certezze per il futuro?
Questo il Sovrintendente non lo dice, perché non può dirlo. L’unica cosa che sa fare è abbattere la scure sul personale, mentre continuano nel Maggio le spese per costose consulenze e collaborazioni. Continua a fare esternalizzazioni per le attività necessarie del Maggio, ma queste non sono un risparmio, sono un costo!
Il Sovrintendente non dice quanto sono stati i costi di tutte queste operazioni come quelli del fallimento del precedente passaggio di dipendenti ad Ales con 28 sentenze di reintegrazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
A detta del Sovrintendente, la salvezza del Maggio passa per forza dal sacrificio di altri lavoratori e lavoratrici, promettendo piani segretissimi con cui potrà abbattere il debito e arrivare al pareggio di bilancio.
L’unica ricetta è, come al solito, quella più facile, quella di agire sull’anello più debole della catena, cioè sul personale dipendente.
Personale che ha già subito pesanti sacrifici con la riduzione degli stipendi, la cassa integrazione, i contratti di solidarietà, coi ritardi nel pagamento delle retribuzioni, con la soppressione delle maestranze artistiche, senza riscontrare alcun beneficio.
Come al solito il Sovrintendente, poco incline a confrontarsi quando le istituzioni chiedono di ascoltarlo, preferisce fare annunci a mezzo stampa, anche quando si tratta di questioni assai delicate che riguardano la vita di tante persone. Nessun riguardo per questi lavoratori, nemmeno per le loro organizzazioni sindacali, che apprendono le sue decisioni dai giornali.
Ci piacerebbe sapere se questa scelta è condivisa dal Sindaco, che è anche il Presidente della Fondazione. Ci piacerebbe sapere se è condivisa la linea di far pagare a chi lavora la mala gestione del Teatro, facendola passare per un’occasione unica o andare a ramengo.
La gestione del Sovrintendente – conclude la consigliera Verdi – si è rivelata sbagliata e fallimentare. Il Sovrintendente si è contraddistinto per essere solo un grande tagliatore di teste, ovviamente di teste facili da far cadere come quando, dopo aver messo per strada Alida e Marzia, senza stipendio e senza pensione, le ha definite “spiccioli di gestione”.
Ma l’unico a doversene andare, per il bene del Teatro e per il bene della Città, è proprio lui, il Sovrintendente”. (s.spa.)