Regolamento Street Art, Firenze riparte a sinistra al Comune e al Quartiere 2: "L'arte dei writer non può sottostare a regolamenti e cavilli. Il Comune non può commissionare opere solo di proprio gradimento che non permetterebbero libera espressione"

"Alla fine la politica ha partorito un regolamento che norma e limita e non lascia liberi"

“Da anni anche noi in Comune avevamo auspicato che il Comune mettesse nero su bianco un regolamento che mettesse fine al divieto assoluto ad artisti di strada o writer di esprimere la propria arte in Città. Piuttosto che il regolamento partorito dalla politica che governa la Città è capitanata dal Consigliere Guccione che norma e limita e non lascia liberi noi avremmo auspicato un atteggiamento che permettesse di far esprimere liberamente prevedendo zone e aree dove la tutela non consentiva lo svolgimento della pittura”.
“Certo non si poteva liberalizzare ovunque le pareti destinate a diventare la tela su cui dipingere e pitturare ad opera degli artisti di strada ma neppure si può pensare che la soluzione sia un Comune che vieta ovunque salvo mettere a bando alcune zone commissionato e indicando già preventivamente quale dovrà essere il soggetto e decidendo chi dovrà svolgere la pittura, compreso poi prevedete le operazioni di ripulitura dopo un determinato periodo di tempo. Sarebbe questa la soluzione prospettata come il frutto del confronto con gli artisti?”.
“Perché non si pensa a quante zone e luoghi potrebbero diventare nuovamente dei luoghi vissuti e riappropriarsi di queste zone da parte della popolazione attraverso la trasformazione con l'arte dei writers e degli artisti pittorici di strada? Si pensa che in questo modo possano scomparire le scritte vandaliche come qualcuno vorrebbe farle passare e non avere più le brutte firme prive di senso ovunque in Città? Dunque, se per noi l’Arte deve essere indipendente, autonoma e libera, per il Comune deve essere sottoposta a controlli e censura. In nome di un decoro di facciata, che distingue i buoni dai cattivi, della lotta al degrado per la sicurezza, i politici contrastano chi autonomamente riconosce, valorizza e promuove la memoria e il pensiero critico, chi difende, denunciando pubblicamente, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico, chi realmente instauraun dialogo prestando ascolto, chi contrasta il loro neo-moralismo, l’ipocrisia strumentale, la falsa coscienza. Non è l’arte di strada il problema, i politici lo sanno bene, ciò che suscita all’interno della comunità l’idea di degrado, incuria, disinteresse, mancanza di rispetto, insicurezza, è la mancanza di piani d’intervento etico, di una progettualità sul territorio a lungo termine, onesta, coerente e appropriata.
Gli spazi d’arte”.
“Per tutti questi motivi non abbiamo condiviso e sostenuto un Regolamento che, per noi, non rappresenta un passo in avanti in quanto difficilmente vedremo dei risultati positivi e che peraltro lascia assai indefinito quale sarà il numero e l’estensione degli spazi e quali saranno i criteri e le richieste che verranno imposte dall’amministrazione. Avemmo preferito un regolamento comunale che aumentasse il numero di spazi lasciando libera espressione, senza commissioni e regole che alla realtà dei fatti risulterebbero ambigue ed inappropriate. Che succederà se chi poi dovrà confrontarsi con il regolamento non riconoscerà come valido e non accetterà di sottostare alle regole? Si griderà allo scandalo e lo si criminalizzerà oppure si dichiarerà il proprio fallimento e si tenterà di comprendere quale sia il giusto approccio a questa tematica sicuramente non semplice ed immediata?”. (s.spa.)