Trombi e Grassi (Frs): "Ancora appesa la gara per il TPL regionale: sempre più ridicola la rincorsa al privato per gestire un servizio pubblico"

"Se la Corte Europea di Giustizia annullerà la gara, gli 11 anni saranno quelli che aspetteremo per avere un gestore"

Queste le dichiarazioni dei consiglieri del gruppo Firenze riparte a sinistra Giacomo Trombi e Tommaso Grassi

 

"Ormai è sempre più evidente la miopia di Rossi, e del PD, di voler affidare il trasporto pubblico locale (TPL) a soggetti privati: dopo aver costruito un bando mastodontico per dare in gestione l’intero TPL della Regione Toscana ad un soggetto privato, un affare da 4 miliardi di euro, è un po' sciocco meravigliarsi o scandalizzarsi se chi perde usa tutta la propria potenza di fuoco per rientrare in gara. D’altra parte non ci si può mica aspettare che i giganti che concorrono ad una gara di questa portata lo facciano per filantropia, e dunque si ritiri poi mestamente chi perde: lo fanno semplicemente per fare profitto, e la sconfitta significa meno utili.

Già questo basterebbe ad affondare l’idea di affidare un servizio pubblico, che non deve mirare a fare utili, ma a dare risposte e servizi, appunto, alla cittadinanza, senza sprechi, certamente, ma senza la logica del profitto.

Adesso toccherà aspettare mesi o forse anni per conoscere la decisione della Corte Europea di Giustizia, e nel caso in cui si debba rifare tutto, verosimilmente 11 saranno gli anni che dovremo aspettare per vedere concluso l’iter. Nel frattempo le cose andranno avanti malissimo, come stanno facendo adesso, con un servizio di trasporto pubblico che vessa gli autisti, fornisce un’offerta di pessima qualità, non offre alcuna valida alternativa al trasporto privato e si interessa soltanto dell’utile in un regime di monopolio naturale.

Crediamo sia necessaria un’inversione di tendenza radicale: si tolga il trasporto pubblico dalle mani dei privati e si abbandoni la logica fallimentare del profitto; si ridisegni ponendo al primo posto la popolazione, i territori, i bisogni che devono essere soddisfatti, anche a costo di andare in perdita.

Ne va della nostra salute, dell’ambiente in cui viviamo e della qualità del lavoro e della vita dei toscani". (fdr)