Contributo in conto affitto: il Comune innalza la soglia patrimoniale

"Adotteremo il metodo più equo possibile". L'assessore al patrimonio abitativo del Comune di Firenze Tea Albini replica all'Unione Inquilini che accusava l'amministrazione comunale di escludere dal contributo in conto affitto coloro che abbiano un patrimonio mobiliare o immobiliare superiore a 50 milioni. E proprio per esaminare il bando di accesso al contributo in conto affitto previsto dalla legge 431/98, il Comune di Firenze l'Anci hanno costituito un gruppo di lavoro e i sindaci di alcuni Comuni della provincia, si riuniranno il 13 dicembre prossimo in Palazzo Vecchio col seguente ordine del giorno: "Presentazione bozza di bando per l'erogazione dei contributi ex legge 431 elaborata dal gruppo tecnico. Iter della delibera di ripartizione del fondo in consiglio regionale"."Il Comune di Firenze – spiega l'assessore Albini – ha predisposto degli incontri con le parti sociali nei quali si stanno valutando alcuni accordi. Tuttavia la legge non pone dei vincoli così rigidi per quanto riguarda forme e requisiti per i contributi. Mi riservo quindi di alzare questa soglia visto che il Comune di Firenze in aggiunta ai finanziamenti del fondo nazionale, prevede di aggiungere anche delle risorse proprie che ammontano a 700 milioni". L'assessore Albini però ricorda che è necessario stabilire comunque dei criteri per l'assegnazione dei contributi che tengano realmente conto delle condizioni patrimoniali dei richiedenti.In merito poi a quanto asserito dall'Unione Inquilini sui "60 casi di domande di contributo respinte con motivazioni e tempi discutibili" l'assessore Albini replica: "Dai verbali della seduta della commissione comunale per le problematiche dell'emergenza abitativa del 18 novembre scorso, i 60 casi ricordati dall'Unione Inquilini non esistono. In quella seduta sono stati esaminati 19 casi, di questi 12 hanno avuto parere favorevole per il contributo in conto affitto, 2 per una proroga del soggiorno in albergo, 2 sono stati sospesi per supplemento di istruttoria, un caso è stato segnalato agli enti di previdenza e solo in due casi è stato dato parere negativo, perché non possedevano i requisiti". (fd)Palazzo Vecchio, 2 dicembre 1999