Intervento di Tony Blair Primo Ministro del Regno Unito alla Conferenza «Il riformismo nel XXI secolo»

Grazie Massimo. Ci sono più cose che sono estremamente interessanti riguardo a questa conferenza. Prima di tutto il fatto che vi sia qui un vero e proprio dialogo tra gli americani da una parte e l'Europa dall'altra, il che è giusto e rappresenta una buona base per costituirci sopra. Poi vi è un aumentato senso di fiducia in campo politico con riferimento al fatto che c'è una battaglia di idee che possiamo vince. E' la prima volta da diversi decenni a questa parte. Credo che la chiave di volta della nostra discussione consiste nel fatto che le questioni economiche, le questioni sociali, di fatto, sono intimamente intrecciate le una con le altre. E in un certo senso noi ci troviamo in una fase della politica che è successiva alla guerra fredda e la maggioranza delle cose che pensavamo essere al centro del XX secolo si sono rivelate inesistenti alla fine di questo secolo. Qual è il collegamento tra l'aspetto economico e l'aspetto sociale? Noi abbiamo posto la domanda come combinare il dinamismo economico con la giustizia sociale. A volte già ponendo la domanda in questo modo si fa emergere una apparente contraddizione tra i due aspetti. Io invece penso che nel mondo di oggi la sfera economica e la sfera sociale vadano di pari passo, siano collegate. Per la semplice ragione che noi viviamo in un'era in cui è il capitale umano a decidere il successo economico. E se non avremo uguaglianza di opportunità nella nostra società non avremo neanche successo economico. Il nostro compito di oggi in quanto governi progressisti è quello di liberare il potenziale umano non solo in quanto attore dell'economia ma anche in quanto cittadini. Cosa significa tutto ciò in termini pratici? Spesso in passato - ecco perchè io penso che si stia cristallizzando un nuovo consenso - pensavamo che davanti al cambiamento fosse necessario opporre resistenza, che il cambiamento facesse paura alla gente. Ma d'altra parte sappiamo di non poterlo fare. C'è questa rivoluzione globale, tecnologica, informatica che va avanti per conto proprio e continuerà a farlo ed offre enormi possibilità alla gente. La posizione della destra è spesso improntata al "laissez faire" al lasciar fare, a lasciare andare le cose come vanno: se qualcuno può sopravvivere è bene, altrimenti sono problemi suoi. Ora, quello che noi manteniamo della nostra prospettiva politica è questo principio - si chiami di comunità, di solidarietà o di fiducia nella società o nel governo progressista - che però applichiamo ad uno scopo diverso: consiste nel dare alle persone gli strumenti per sopravvivere, per prosperare in questa economia del nuovo mondo e di questa società diversa. Ecco dove sta emergendo il nuovo consenso. Di fatto da parte statunitense, piuttosto che da parte nostra in Europa quali sono le cose che difendiamo dietro l'idea di governo progressista? La stabilità, la gestione economica delle finanze. E questo è un grosso cambiamento. Quando io ho iniziato a fare politica si diceva che le persone della sinistra non sapevano gestire l'economia; in modo diverso tutti noi, qui, di fatto, invece, abbiamo saputo adottare difficili decisioni economiche per ristabilire la governabilità economica. In secondo luogo, tutti noi accettiamo il fatto che il Governo ha un ruolo economico, ma è un ruolo diverso da quello che aveva prima. Il ruolo del Governo nell'economia, oggi, è quello di una forza che renda possibile lo sviluppo. La nuova economia sarà un'economia basata sulla conoscenza, e quindi il nostro ruolo è dare le conoscenze e le qualifiche alla gente, qualifiche e conoscenze che servono per prosperare. Ecco perché l'istruzione è il messaggio di base dei nostri governi, prima era un mesaggio sociale, adesso è messaggio di questa natura. Lo stesso vale per il commercio elettronico. Alcuni nostri giovani imprenditori, nel Regno Unito, oggi, prima di tutto non hanno l'aspetto di uomini d'affari tradizionali, non parlano e non lavorano come uomini d'affari, però sono le persone che creano il futuro, e se noi dobbiamo creare una società giusta, dobbiamo fare in modo che ognuno dei nostri cittadini abbia la possibilità di utilizzare questa nuova tecnologia e abbia familiarità con essa. Se non lo faremo, creeremo un altro tipo di ingiustizia e diseguaglianza sociale. E vengo al terzo aspetto. Accanto a questo cambiamento economico, di pari passo con lo sviluppo dell'economia basata sulla conoscenza, emergerà anche una forma diversa di contratto sociale tra noi e i cittadini. Noi, ad esempio, abbiamo una situazione nella quale il Comune di Londra, uno dei posti più ricchi del mondo, abbia, a due miglia di distanza, zone con un tasso di disoccupazione maschile del 25-30%. Anche se abbiamo creato 750 mila posti di lavoro, vi sono ancora sacche di disoccupazione in luoghi dove quella crescita economica non è arrivata. Devo dirvi un'altra cosa. Se andate a parlare con uno qualunque dei nostri cittadini vi dirà che uno dei grandi problemi è l'ordine pubblico, la criminalità. Hanno paura della rottura dell'ordine sociale, del crollo dell'ordine sociale, delle difficoltà che nascono nei quartieri ghetto, nelle periferie dei grandi centri urbani, dove si frammenta la coesione sociale. Ma noi cosa dobbiamo fare? Dobbiamo coordinare tra loro le misure economiche per portare queste sacche di esclusione sociale fuori dalla loro condizione, sempre mentre creiamo e sviluppiamo una nuova serie di norme, il nuovo contratto sociale che vincola la coesistenza dei cittadini. E uno dei nostri ruoli, all'avanguardia come siamo, è sviluppare questa nuova forma di contratto sociale tra i nostri cittadini di oggi, ponendo fine al pregiudizio, alla discriminazione, senza porre fine alle regole, all'ordine e alla stabilità nella nostra società. E noi dobbiamo essere le persone che tracciano la mappa del nostro impegno sociale per il futuro. Ancora un'altra cosa. Noi stiamo ponendo molto l'accento sull'istruzione perché se vogliamo essere Governi progressisti lo stesso Governo deve subire trasformazioni radicali nel modo in cui fornisce servizi, in cui agisce, in cui si comporta nei confronti del settore privato, nei confronti del settore del volontariato, del terzo settore. Questo perché il Governo non è altro che un'altra espressione dell'azione sociale, non ha altra legittimità al di fuori di ciò. Noi, quindi, dobbiamo essere le persone che riformano e cambiano il sistema di Governo per fornire ai nostri cittadini migliori opportunità per il futuro. In ultimo luogo, noi dobbiamo anche essere internazionalisti perché io non credo che sia in atto oggi sono la globalizzazione dell'economia, ma vi è una globalizzazione anche della politica. Io ritengo che molte delle cose che noi vogliamo creare a favore dei nostri Paesi non possano essere create se non tutti insieme, se non nella comunità internazionale. Molti dei problemi possono essere affrontati solo nella collaborazione delle nazioni. Un ultimo commento, per concludere. Come mai una riunione come questa è importante? Perché tutti noi, nei nostri diversi modi, stiamo cercando di far fonte alle conseguenze del cambiamento. Fernando Henrique Cardoso ha da svolgere un lavoro più difficile di tutti gli altri presenti a questa riunione. I suoi problemi sono più grossi e davvero possiamo dire che sta facendo uno stupendo lavoro, con grande coraggio. Tuttavia, quello che è importante per tutti noi, è che riunendoci insieme siamo in grado di spiegare ai nostri cittadini quello che sta succedendo. I cambiamenti che stiamo cercando di introdurre nei nostri Paesi non sono un'idea esclusivamente nostra. Non siamo soli in questo, altri Paesi hanno gli stessi nostri problemi. Se noi, pertanto, riusciamo a sviluppare questa collaborazione e questo dialogo, avremo anche un'opportunità migliore di convincere i nostri cittadini della necessità di affrontare le sofferenze inevitabili di questo cambiamento, per poter affrontare il prossimo millennio. Ecco perché questo incontro è così importante.Fonte: sito internet di Palazzo Chigi