I Comunisti Italiani commemorano il sacrificio di Peppino Impastato, ucciso da Cosa Nostra 29 anni fa
«Per tutti noi permane la gratitudine nei suoi confronti per ciò che ha saputo e osato fare e, al contempo, il dovere morale di ricordare la sua storia e l' impunità di quel crimine troppo a lungo protrattasi». E' quanto hanno dichiarato i consiglieri del gruppo dei Comunisti Italiani, Nicola Rotondaro, Lorenzo e Marzullo e Luca Pettini, commemorando il sacrificio di Peppino Impastato, assassinato a colpi di dinamite da Cosa Nostra l'8 maggio 1978, ucciso con una micidiale trappola per farlo apparire un terrorista.«Per provare che Impastato fu ucciso e che il suo corpo fu fatto saltare in aria dagli assassini fu necessario più di un ventennio hanno ricordato i tre consiglieri - tre inchieste giudiziarie, condotte da investigatori e magistrati coraggiosi, talvolta fatti oggetto di accuse infamanti, come accadde a Rocco Chinnici, accusato persino da esponenti delle forze dell' ordine di strumentalizzare l' indagine "per attirarsi le simpatie di una certa parte dell' opinione pubblica conseguente a certe sue aspirazioni elettorali". Due processi: uno innanzi conclusosi nel 2002 con la condanna di Gaetano Badalamenti all' ergastolo, l' altro concluso con la condanna a trent' anni nei confronti di Vito Palazzolo, emessa il 5 marzo 2001. Attività, sentenze e iniziative che hanno permesso di penetrare in quel torbido intreccio di deviazioni, sorprendenti plurime anomalie investigative, connivenze e omissioni, forse, non del tutto decifrate, che erano riuscite a trasformare un giovane idealista, portatore del coraggio della denuncia, in un terrorista e suicida».«Impastato ci lascia soprattutto una eredità hanno concluso Rotondaro, Marzullo e Pettini che è quella di mettere in pratica l' insegnamento che si deve trarre dalla sua condotta di vita: il coraggio e la forza di vivere da uomini liberi, senza paura, isolando i mafiosi. Gli esponenti politici sono chiamati a disintossicare i partiti dalle presenze mafiose e a isolare coloro che hanno avuto e che continuano a mantenere rapporti con uomini d' onore». (fn)