Nocentini (Prc): "Comuni e Regioni studino piani di assistenza sul territorio per migliorare il diritto alla cura e all'assistenza extraospedaliera"
Questo l'intervento della capogruppo di Rifondazione comunista Anna Nocentini sul tema del diritto alla cura e all'assistenza extraospedaliera."L'ipotesi che i servizi sul territorio debbano compensare le funzioni non più svolte dagli ospedali è rimasta da molti anni solo una ipotesi, mistificazione del fatto che in realtà la cura e l'assistenza sono economicamente e funzionalmente a carico delle famiglie e delle donne.Questo emerge dalle risposte dell'assessore alle politiche sociali del Comune di Firenze Graziano Cioni, nonché presidente della Società della Salute, responsabile cioè del servizio sociale e sanitario sul territorio, ad una nostra puntuale interrogazione.L'eliminazione di 20 posti per riabilitazione geriatrica, sugli 80 esistenti; liste di attesa per l'accesso in residenze sanitarie assistite di circa 100 persone sulla lista sociale e quasi 400 sulla lista sanitaria: quest'ultimo punto è particolarmente grave perché comporta che persone alle quali è riconosciuto il diritto alla quota sanitaria (i diritti sanitari sono codificati ed esigibili) di fatto lo ottengono dopo 16 o 18 mesi, senza arretrati; interventi di assistenza domiciliare infermieristica nel 2006 per circa 2400 persone con 148.000 prestazioni (statisticamente questo significa 62 ore a persona in un anno); assistenza sociale domiciliare per meno di 2.000 persone; contributi economici che impoveriscono le famiglie alle quali non dovrebbero essere richiesti.Non è demagogico ricordare che si tratta di persone non autosufficienti, la cui presenza in una famiglia condiziona e determina tutta la vita di ogni componente.Se la precarietà preoccupa le giovani generazioni per il presente (incertezza di vita) e il futuro (incertezza delle pensioni), la nostra generazione di cinquantenni non ha di che stare tranquilla. Alla modificazione dei modelli sociali di convivenza della seconda metà del secolo scorso ha corrisposto l'affermazione del diritto individuale alla cura e all'assistenza a carico della collettività, generando forme, ancorché imperfette, di stato sociale: garanzia di cura, di ricovero ospedaliero ove necessario e fino al ristabilimento, di assistenza fino al ricovero sociale in strutture che, certamente, dovevano essere profondamente modificate.L'aziendalizzazione degli ospedali, la tendenza dei nuovi piani sanitari a ridurre il numero dei posti letto da destinare solo alla cura delle fasi acute, il nuovo modello di assistenza ospedaliera basato sull'intensità di cura stanno provocando un arretramento grave nella soddisfazione di questo diritto, in maniera particolare per gli anziani.E' indispensabile che nei bilanci dei comuni e della Regione, che questo anno presenterà il nuovo piano sanitario, la questione della non autosufficienza assuma un ruolo assolutamente prioritario; è necessario che alle dimissioni del paziente corrisponda un piano di azione sul territorio, domiciliare e in struttura, che garantisca il diritto alla cura e all'assistenza, servizi che i lavoratori hanno pagato nel corso degli anni, e non faccia delle famiglie e delle donne l'unico soggetto davvero efficace".(mf)