Martedì a Palazzo Vecchio il seminario "Insicurezza percepita e problemi reali di sicurezza: l'urgenza della giustizia sociale"

L'obiettivo è quello «di individuare risposte e interventi possibili, a partire dall'esperienza di chi lavora sul territorio, nella consapevolezza che non si possa sottovalutare il problema ma sia necessario declinarlo nei singoli aspetti, tenendo conto della dimensione metropolitana e delle potenzialità del territorio». Si terrà martedì prossimo nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio il seminario di «approfondimento e proposte» "Insicurezza percepita e problemi reali di sicurezza: l'urgenza della giustizia sociale", organizzato da Rifondazione Comunista, Verdi, Sinistra Democratica, Comunisti Italiani e Unaltracittà/Unaltromondo.«Vogliamo fare una riflessione diversa sul tema della sicurezza – hanno spiegato gli organizzatori, i capigruppo Anna Nocentini, Giovanni Varrasi, Anna Soldani, Nicola Rotondaro e Ornella De Zordo - la diffusa percezione di insicurezza deriva da problemi reali che impattano sulla vita quotidiana delle persone: insicurezza della casa, del e sul lavoro, violenza sulle donne. Viene amplificata e collegata a episodi che non vengono risolti, porta come conseguenza lo stravolgimento del diritto e la limitazione delle libertà di tutti. Modifica pesantemente il tessuto culturale del Paese».Il seminario prevede tre sessioni e vedrà il confronto «rappresentanti di associazioni e di operatori del settore» e la «presentazione di alcuni studi»: nella prima sessione (dalle 9.30 alle 11.30), presieduta da Anna Nocentini, verrà discussa la ricerca, svolta dall'università di Firenze sulla sicurezza in città, a cura della professoressa Annick Magnier. La seconda sessione (dalle 11.30 alle 13.30), presieduta da Ornella De Zordo e Nicola Rotondaro, vedrà, tra l'altro, l'intervento del professor Massimo Pavarini dell'università di Bologna. Nella terza sessione (dalle 13.30 alle 17), presieduta da Giovanni Varrasi e Anna Soldani è previsto il contributo della professoressa Gabriella Paolucci, dell'ateneo fiorentino.Al termine un confronto dei consiglieri con Leopoldo Grosso (Gruppo Abele) sulle azioni «che anche a livello locale si possono fare per intervenire sulla ingiustizia sociale».I capigruppo di Rifondazione, Unaltracittà, Comunisti, Verdi e Sinistra democratica hanno anche presentato una risoluzione sulla popolazione rom che «ricordando il censimento svolto nel 1994 sui dimoranti nei campi Olmatello, Masini e Poderaccio, che ha portato all'integrazione di molti di loro a Firenze e in altri Comuni, «ripropone la necessità di destinare adeguati finanziamenti, sia verificando eventuale disponibilità residua sulla legge 390 che attingendo ai fondi europei, per aggiornare la conoscenza delle persone che vivono nella città, anche tenendo conto del mutato quadro europeo, e portare avanti processi di integrazione» a fronte «delle indegne schedature proposte dal ministro Maroni». (fn)Questo il testo della risoluzione:Tipologia: risoluzioneOggetto: in merito al censimento della popolazione dimorante sul territorio cittadino finalizzato a processi di integrazioneProponenti: A. Nocentini, O. De Zordo, N. Rotondaro, G. Varrasi, A. SoldaniPremesso che nei primi anni ‘90 il Comune di Firenze in collaborazione con la Prefettura ed in adempimento della Legge 390/92 ha effettuato un censimento della popolazione dimorante nei campi del Poderaccio del Masini e dell'Olmatello e che usufruendo dei finanziamenti individuati in tale legge è stato poi possibile procedere all'inserimento alloggiativo di molti nuclei familiari sia in Firenze che in Comuni della provincia che hanno accettato di partecipare al progetto come primo processo di reale integrazione;Che in conseguenza di tale censimento è stato possibile definire la situazione di ciascuno in merito alla sua presenza sul territorio italiano e quindi attivare percorsi di regolarizzazione per la gran parte di loro al fine eliminare quanto più possibile la condizione di clandestinità che anche allora determinava l'impossibilità di misurarsi con diritti e doveri che appartengono ai principi della cittadinanza;Considerato come tale procedura di conoscenza non solo dei numeri ma delle problematiche e delle provenienze sia stata utile per l'individuazione di soluzioni specifiche nel rispetto della dignità e della storia delle persone e che tale modalità è da ritenersi una modalità indispensabile per gestire i problemi che possono emergere dalla presenza sul territorio comunale di persone con storie e culture diverse da quelli degli indigeni, non tralasciando che molte di queste persone provenivano da zone distrutte dalla guerra condizione tuttora presente in molti casi;Valutato come da tali procedure e tali impostazione politiche siano scaturite soluzioni positive per i soggetti direttamente coinvolti (esempio la costruzione del villaggio del Guarlone) che hanno incontrato, dopo una iniziale e pregiudiziale opposizione di parte dei cittadini, il consenso di tutti e come quindi sia indispensabile continuare con sistemi non sbrigativi e lesivi dei diritti e della dignità delle persone ma piuttosto con sistemi approfonditi basati sul rispetto di ciascuno al fine di innalzare il livello di coscienza civile di tutti e come a tal fine sia necessario destinare adeguate risorse per sostenere livelli di reale convivenza nella città;Ricordato come il Commissario Europeo Frattini non abbia a suo tempo attinto ai finanziamenti europei per l'integrazione del popolo Rom;Vista la riduzione e soppressione operata dal Governo del Fondo nazionale per l'inclusione sociale degli immigrati (introdotto dalla Legge 296/2006) e le misure poliziesche contenute nelle ordinanze relative alla identificazione attraverso "rilievi segnaletici" come strumento per censire le persone che vivono ai margini delle città;Il Consiglio Comunale di Firenze:ribadisce la validità del processo avviato sulla base della Legge 390/92 eripropone la necessità di destinare adeguati finanziamenti, sia verificando eventuale disponibilità residua sulla legge 390 che attingendo ai fondi europei, per aggiornare la conoscenza delle persone che vivono nella città, anche tenendo conto del mutato quadro europeo, e portare avanti processi di integrazione.