Quartiere 4: "Giuseppe Spagnulo - Archeologia della fantasia" in mostra al chiostro di Villa Vogel
"Archelogia della fantasia" di Giuseppe Spagnulo, una mostra a cura di Marco Bazzini realizzata dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato nell'ambito di TRA ART rete regionale per l'arte contemporanea, fino al 6 settembre al chiostro di Villa Vogel. L'inaugurazione è in programma il 3 luglio dalle 19 alle 21. Il 28 agosto (ore 19) è prevista la presentazione del catalogo dei lavori dell'artista.Nel segno della stretta collaborazione con il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, il Quartiere 4 continua a proporsi come polo metropolitano per l'arte contemporanea ospitando, nello straordinario scenario del Chiostro di Villa Vogel, le sculture di Giuseppe Spagnulo.Spagnulo esprime una tensione alla rivisitazione mitica che non è possibile disgiungere dalla scelta e dall'impiego dei materiali. La terracotta, il ferro o il bronzo sono materiali arcaici e mitologici che richiedono una lavorazione col fuoco, elemento che contribuisce alla trasformazione della materia in una relazione tra forma e idea.Le sue sono sculture forgiate come "alchimie del fuoco", concetti che prendono forma attraverso gesti eroici di liberazione della materia, in una lotta titanica con lo spazio e con il vuoto.L'orario della mostra (ingresso libero) è da lunedì a sabato ore 9-13, martedì e giovedì ore 9-17, domenica chiuso. Per informazioni Consiglio di Quartiere 4 Commissione Cultura, tel. 055/2767113-135.(fd)SCHEDA DELL'ARTISTAGiuseppe Spagnulo è nato a Grottaglie (Taranto) nel dicembre 1936 in una famiglia di artigiani ceramisti. Formatosi nella bottega paterna, ha frequentato la Scuola d'arte della sua città e successivamente l'Istituto della Ceramica di Faenza. Nel 1959 si è trasferito a Milano dove, interrotti gli studi all'Accademia di Brera, ha collaborato con artisti quali Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro.Spagnulo ha preso parte alla contestazione del '68, simboleggiata nei primi lavori in metallo da installare nello spazio ambientale urbano. I "grandi ferri" recuperano la geometria e la logica costruttiva del materiale con cui sono forgiati e introducono alle riflessioni dell'artista sulla fisicità e la materialità del lavoro dello scultore.Il fuoco è diventato da allora la fonte di ispirazione, il compagno ed il mezzo con cui Spagnulo affronta, nel senso letterale del termine, la materia, in un continuo gioco di amore e lotta feroce. La pressione della forgia è stata usata per levare forma ad un oggetto con pressioni tremende in un'azione simultanea di gesto e pensiero.Negli anni Settanta l'opera di Spagnulo ha assunto aspetti concettuali che evidenziano il suo interesse per i processi ideativi e performativi dell'arte. A questi anni risalgono i cicli Archeologia e Paesaggi, realizzati nel 1977 al Newport Harbor Art Museum. Negli anni Ottanta, dopo un viaggio fisico e metaforico attraverso il Mediterraneo, lo scultore ha riattivato il suo interesse per i materiali e le tecniche ceramiche. Alla fine degli anni Ottanta, l'artista ritorna al tema dei Ferri spezzati e negli anni Novanta cerca di conferire un senso inedito alla scultura, sfidando la gravità della materia mediante la sospensione di enormi blocchi di ferro.All'inizio degli anni Novanta gli viene affidata la cattedra di scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Stoccarda, in seguito al successo ottenuto dal suo lavoro presso gallerie e musei tedeschi.Ha esposto, fra l'altro, a Documenta 6 di Kassel nel 1977 e alla Biennale di Venezia nel 1990 e 1995.Nei primi anni 2000 ha ottenuto importanti riconoscimenti come il Premio Faenza alla carriera e il Premio al Concorso Internazionale d'arredo urbano di Milano. Nel 2005 ha esposto alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia. Nel 2006 gli è stato tributato un omaggio nell'ambito della XXIV Biennale di Gubbio. Nel 2007 ha vinto il concorso per il Monumento ai caduti di Nassiriya, una grande scultura intitolata La foresta d'acciaio collocata nell'area verde a ridosso della Basilica di San Paolo a Roma.