Piano dismissioni partecipate, Checcucci (AN-Pdl) e Giocoli (FI-Pdl): «Nessun rinvio per la sua presentazione al consiglio»

«Ormai la maggioranza che governa Firenze riesce a tenersi in piedi solo grazie a continui rinvii». E' quanto hanno dichiarato la consigliera di AN-Pdl Gaia Checcucci e la capogruppo di FI-Pdl Bianca Maria Giocoli commentando «la richiesta del Partito Democratico di inviare a settembre la presentazione all'assemblea di Palazzo Vecchio del piano di dismissione delle partecipazioni che l'amministrazione detiene direttamente o indirettamente».«Si rinviano le scelte strategiche – hanno aggiunto – come quella del gestore unico dell'acqua. Questa maggioranza ha paura del confronto e quindi preferisce accantonare tutti gli argomenti che possono spaccare partito democratico e sinistra. Questo atteggiamento, dannosa per l'intera città, proseguirà perché siamo vicino alle elezioni amministrative».«Una articolo della legge finanziaria – hanno concluso Gaia Checcucci e Bianca Maria Giocoli - prevede il divieto di costituzione, assunzione e mantenimento di partecipazioni, anche di minoranza, in società aventi ad oggetto la produzione di beni e servizi che non siano strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali. Tale divieto vale anche per partecipazioni che l'amministrazione detiene indirettamente. La norma prevede che entro 18 mesi le amministrazioni cedano le partecipazioni con procedure di evidenza pubblica e che l'assunzione o il mantenimento delle partecipazioni siano appunto autorizzate da delibera del consiglio comunale. L'obiettivo è tutelare la concorrenza ed il mercato, nonché imporre alle autonomie locali l'obbligo di liberarsi di tutte quelle partecipazioni, anche se di minoranza, in società che producono beni o forniscono servizi la cui natura non ha niente a che fare con le finalità istituzionali del Comune, potendosi, fra l'altro, reperire agevolmente sul mercato. Il piano di dismissione delle partecipate era dunque un'occasione per ridurre le spese ma chissà quando sarà discusso». (fn)