Convegno "Firenze: geologia urbana", presentati i risultati degli studi congiunti Comune-Università. I ricercatori confermano: "Sull'Alta velocità tutto sotto controllo"
Il sottoattraversamento dell'Alta velocità a Firenze è un progetto assolutamente sotto controllo. La conferma arriva dai ricercatori dell'Università nel corso del convegno "Firenze: geologia urbana. La conoscenza geologica quale base di una corretta pianificazione territoriale" che si è svolto questa mattina nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Sia Nicola Casagli che Giovanni Pranzini, rispettivamente direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze e professore di idrogeologia presso lo stesso dipartimento, hanno ribadito come a Firenze il passaggio dell'Alta velocità in sotterranea non causerà problematiche simili a quelle verificatesi in Mugello. "Nella realizzazione di un'opera di questo tipo ha premesso Coli ci sono tre momenti fondamentali: quello preparatorio, basato su indagini e studi conoscitivi e preliminari relativi all'opera e al suo inserimento nel territorio; la progettazione, effettuata in base ai dati acquisiti, in modo tale da minimizzare l'interferenza con l'ambiente circostante; la realizzazione vera a propria. Ebbene ha sottolineato Coli gli studi preliminari effettuati per il nodo fiorentino dell'Alta velocità sono quanto di meglio si potesse fare a livello mondiale. Si tratta di studi risalenti al 1998 e i dati raccolti e le analisi svolte negli ultimi dieci anni hanno confermato, dettagliando meglio, il quadro conoscitivo elaborato per l'Alta velocità". Pranzini si è soffermato invece sulla questione della falda ribadendo che "la situazione del Mugello è del tutto diversa da quella di Firenze. Le gallerie realizzate in Mugello sono infatti drenanti, ovvero fanno passare l'acqua all'interno da dove viene raccolta e riutilizzata. Il tunnel che sottoattraverserà Firenze invece sarà di fatto impermeabile con un effetto minimo sulla falda: nelle zone dove l'interferenza sarà maggiore (dove la linea si interra, dove riesce e in corrispondenza della stazione sotterranea), sono previsti interventi di mitigazione". In sostanza si tratta di un sistema di condutture che preleveranno l'acqua a monte dell'opera e la trasporteranno a valle, garantendo il mantenimento dell'equilibrio della falda.Ma la questione del sottoattraversamento di Firenze dell'Alta velocità è soltanto uno dei temi trattati nel convegno che è stata l'occasione per fare il punto del lavoro congiunto portato avanti dal Comune e dal Dipartimento Scienze della Terra dell'Università di Firenze. Un lavoro che ha già prodotto importanti studi e strumenti conoscitivi, come la carta litotecnica di Firenze e il monitoraggio satellitare dei dissesti idrogeologici (con una particolare attenzione per la collina di San Miniato) già noti e in continuo aggiornamento. E che recentemente si è arricchito di due ulteriori importanti elementi: la carta sismica e lo studio sulla falda idrica di Firenze. Proprio quest'ultimo ha evidenziato un fenomeno nuovo e che, secondo gli studiosi, deve essere analizzato e tenuto sotto controllo. Si tratta dell'abbassamento della falda, accentuato soprattutto in tre zone (Uffizi, San Gervasio e Porta Romana), verificatosi a partire dal 2000. "Siamo di fronte a un abbassamento di poco meno di due centimetri all'anno del livello freatico ha precisato Pranzini che potrebbe essere causato dall'approvvigionamento dell'acqua per il condizionamento dell'aria. Un dato in controtendenza con l'innalzamento generale della falda registrato nell'ultimo trentennio". Il rischio è che si producano anche fenomeni di subsidenza, ovvero abbassamenti del terreno che si compatta per il progressivo prosciugamento degli strati umidi". Per questo il Comune e il Dipartimento svilupperanno uno studio sul bilancio idrico della falda e, mediante un modello matematico, verranno simulati gli effetti futuri sulla falda degli attuali pompaggi per il condizionamento. Sarà, inoltre, valutata la possibilità di reimmissione in falda dell'acqua utilizzata invece dello scarico in fognatura, con le conseguenze sui livelli idrici e la temperatura dell'acqua di sottosuolo. Pranzini ha ribadito che non ci sono particolari rischi, ma che si tratta di un fenomeno comunque da monitorare.Per quanto riguarda la carta sismica, invece, lo studio illustrato da Maurizio Ripepe docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra, conferma che il territorio di Firenze non presenta un elevato rischio sismico (nella classificazione della Regione si pone infatti nella classe di medio rischio). Ma lo studio fa un importante passo in avanti, elaborando un modello per individuare le aree dove in superficie, a causa delle caratteristiche del terreno, si possono verificare fenomeni di amplificazione sismica. "Si tratta di effetti che possono produrre danni agli edifici anche a grandi distanze dall'epicentro del terremoto ha spiegato Ripepe -. Sulla base dei rilievi effettuati e dei modelli elaborati, è emerso che a Firenze un'area, quella compresa tra le Cascine, la stazione e viale Redi, può essere interessata dall'effetto amplificazione. In concreto, le caratteristiche del terreno riscontrate in questa zona amplificano l'energia del sisma di 1,7 volte"."La collaborazione con l'università degli studi di Firenze, a parte gli importanti risultati scientifici e tecnici conseguiti, ha permesso il raggiungimento di un obiettivo politico di grande livello che potremmo definire di conoscenza democratica' ha dichiarato l'assessore Coggiola . Quello che aveva dato lo spunto per la firma del protocollo di collaborazione del 2001 e che adesso finalmente si concretizza in risultati tangibili: creare una sinergia tra mondo della ricerca e mondo dell'amministrazione per cui la conoscenza diventa patrimonio collettivo condiviso per professionisti, semplici cittadini, amministratori o scienziati che conseguentemente possono conoscere, impostare e progettare i processi di sviluppo ognuno per il suo ruolo ma con il medesimo livello di correttezza e precisione".Anche l'assessore Biagi ha sottolineato l'importanza di questo lavoro, puntando l'attenzione soprattutto sulla carta litotecnica. "Si tratta di un contributo fondamentale per la conoscenza del sottosuolo e un elemento importante per l'aggiornamento del quadro conoscitivo del Piano Strutturale. Questo prevede come obbligo per la pianificazione di dettaglio del regolamento urbanistico la redazione del Piano del sottosuolo considerato sempre più una risorsa rara. Inoltre si sta lavorando con il Sit (Sistema informativo territoriale) per redigere una carta dei sottoservizi della città in relazione con gli enti che li gestiscono. Sarà uno strumento indispensabile per realizzare molte delle opere pubbliche in corso di attuazione o che si faranno. Il lavoro effettuato insieme all'Università rappresenta quindi uno strumento formidabile di conoscenza per le opere programmate in città ad iniziare dal sottoattraversamento dell'Alta velocità. Abbiamo infatti uno strumento in più che potrà garantire una corretta esecuzione delle opere". E concretamente sia gli studi sulla falda che la carta sismica sono già stati inseriti negli studi di supporto al Piano Strutturale tanto che, come ha confermato lo stesso Biagi "diventeranno uno strumento operativo per la pianificazione successiva. Per esempio saremo in grado di effettuare la microzonizzazione sismica dando indicazioni sulle modalità con cui costruire gli edifici sulla base dell'effettiva situazione dell'area interessata".Pietro Rubellini, responsabile del servizio attività geologiche del Comune, si è soffermato sulla valenza tecnica del lavoro congiunto con l'Università. "Gli studi portati avanti in questi anni hanno consentito la messa a punto di un pacchetto di dati che ci consente di affermare di essere una delle amministrazioni comunali con il maggior livello di conoscenza del sottosuolo per unità di superficie a livello nazionale. E' come se avessimo sottoposto il sottosuolo fiorentino a un minuzioso check up. In questo è stata di grande aiuto la mole di dati raccolti nell'ambito dei processi di progettazione ed autorizzazione delle grandi opere in sotterraneo". In nna città come Firenze, ha aggiunto Rubellini, con una struttura urbana che non consente strutturalmente o per la sua densità o per il suo grande valore storico architettonico di costruire in superficie strutture impattanti, il sottosuolo urbano diventa una risorsa per la realizzazione delle strutture correlate soprattutto ai servizi connessi alla mobilità. "Nel passato a volte ci si è spinti a realizzazioni ardite senza avere una modellizzazione del sottosuolo e delle sue dinamiche sufficientemente precisa; adesso dal pacchetto di dati raccolti è possibile elaborare modelli che descrivono queste dinamiche e le spiegano e ci permettono di formulare proiezioni future tutte le volte che facciamo interventi. Firenze sarà presto interessata da importanti e nuove opere nel sottosuolo, prima fra tutte il sottoattraversamento dell'Alta velocità. Come Amministrazione riteniamo di aver giocato finora la nostra parte nella definizione delle caratteristiche e potenziali pericolosità del sottosuolo, comunque continueremo ad affinare il lavoro ed a divulgarlo nel modo più capillare possibile così da consentire a tutti di svolgere il proprio compito nella società nel miglior modo possibile" ha concluso Rubellini. (mf)