"Identità in transito", fino al 2 agosto la mostra dell'artista spagnolo Pedro Cano nella Sala D'Arme di Palazzo Vecchio
Figure di uomini e donne in viaggio, nella penombra, verso città invisibili. Persone ritratte di spalle, di cui sono sconosciuti i volti, i tratti somatici e per questo ci appaiono uguali nella loro condizione di migranti, di cittadini del mondo. Sono le opere dell'artista spagnolo Pedro Cano, 20 oli di grande formato e 30 tecniche miste su carta, nell'esposizione "Identità in transito" da oggi fino al 2 agosto nella Sala D'Arme di Palazzo Vecchio.L'esposizione, organizzata dall'associazione Kromata e dalla galleria Falteri in collaborazione con il Comune di Firenze assessorato alla cultura, è stata inaugurata questa mattina alla presenza dell'autore, del direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Natali e del presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini. L'artista è noto al pubblico fiorentino per aver già esposto nel 2005 nella Sala D'Arme con una mostra dedicata alle "Città invisibili" di Calvino e poiché a lui è stato affidato il compito di creare nel 2006 l'immagine del simbolo del 40° anniversario dell'alluvione di Firenze, ricorrenza che è stata ricordata in tutto il mondo."Vorrei sottolineare quanto questa mostra oggi sia attuale ha spiegato il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini- La presenza di questo artista è un ulteriore provocazione rispetto alla situazione che sta vivendo il nostro paese: qualche giorno fa abbiamo assistito alla morte di 150 persone nei mari intorno a Lampedusa. La mostra ha proseguito Cruccolini -ci rappresenta alcune figure disegnate di spalle e il fatto che non vediamo i loro volti ci stimola ad approfondire ad andare oltre, a una maggiore attenzione e sensibilità verso un fenomeno che si stà ampliando. Chi arriva nel nostro paese da luoghi lontani si aspetta dalla società risposte positive, un'accoglienza e non un atteggiamento restrittivo e repressivo che dichiara la clandestinità un reato"."Il presupposto ideologico che sta dietro a queste tele è l'indifferenza che mostriamo nei confronti di chi arriva e di chi transita ha evidenziato il direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Natali -. Il non vedere il volto delle persone è lo specchio del lavarsi la coscienza e il senso di colpa. Conosco Pedro ed è uno spirito nomade e credo che queste figure siano un po' la rappresentazione di se stesso. Uomini in transito ha aggiunto Natali - verso luoghi dove sono diretti, persone invisibili perché tutti noi siamo sconosciuti e allo stesso tempo uguali se visti da dietro. Ospiteremo ancora Pedro Cano qui a Firenze poiché a luglio un suo autoritratto sarà inserito nella galleria degli autoritratti nel corridoio Vasariano"."Il viaggio e la pittura sono i due elementi cruciali della mia vita ha affermato Pedro Cano - che mi hanno fatto arrivare dove sono. Nella realizzazione delle opere sono stato ispirato dall'immagine di una nave attraccata nel porto di Bari negli anni 90 con a bordo centinaia e centinaia di cittadini albanesi, che avevano rischiato la vita per giorni in Balia dell'Adriatico. I telegiornali e la stampa ci bombardarono in quel periodo con le drammatiche immagini della vita del campo di raccolta barese e ci riferivano che di notte molti albanesi scappavano da quell'inferno dirigendosi verso Nord. Io ha evidenziato ancora Pedro Cano - misi da parte diverse fotografie pubblicate da quotidiani e periodici e quei ritagli mi servirono per elaborare sette disegni in bianco e nero e da qui è partita l'ispirazione per il mio lavoro che poi grazie alla Galleria degli Uffizi, all'associazione Kromata, al gruppo Orenes abbiamo potuto presentare qui in Palazzo Vecchio."(lb)