Bosi e Pieri (FI-PDL): «La revoca formale della condanna di Dante riabilita finalmente il Sommo Poeta e l'uomo e cancella una vergogna della nostra città»

Questo il testo dell'intervento dei consiglieri Enrico Bosi e Massimo Pieri (FI-Pdl)«"Tu lascerai ogne cosa diletta più caramente / tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui" (Paradiso XVII – 55-60). Se Dante non fosse stato esiliato dalla sua Firenze per motivi politici, forse nel XVII canto del Paradiso della Divina Commedia non troveremmo questi versi. Invece la condanna all'allontanamento dall'amata Fiorenza non solo ci fu, ma non venne mai ritirata.A settecento anni da quella sentenza siamo grati alla Commissione Cultura di Palazzo Vecchio che riunificando le due mozioni a firma mia e del vice Presidente del consiglio Comunale Massimo Pieri ha compiuto un passo decisivo verso la completa riabilitazione di Dante Alighieri proponendo la revoca formale della condanna emessa in contumacia ed il conferimento di una onorificenza alla memoria del Sommo Poeta da consegnare al suo legittimo discendente il Conte Pieralvise Serego Alighieri.La condanna emessa in contumacia a seguito del rifiuto di Dante di rientrare in città per discolparsi dalle accuse e sottoporsi all'umiliante rito dell'oblatio fu poi commutata in sentenza capitale. Lo strappo tra la patria e la famiglia del poeta non fu mai ricucito e Dante visse gli ultimi anni della sua vita, prima a Verona, dal 1312 al 1318 e poi a Ravenna dove morì nel 1321. I figli di Dante si stabilirono a Verona continuando la sua discendenza fino all'attuale conte Pieralvise Serego Alighieri, figlio del conte Dante e attento custode delle tradizioni dantesche anche in qualità di presidente ed esponente di varie società a Lui dedicate.Il "processo di Dante" nella basilica di San Francesco di Arezzo, promosso tra gli altri dal compianto Sindaco Piero Bargellini, in occasione dell'ottavo centenario della nascita, nel corso del quale si dimostrò l'assoluta inconsistenza delle accuse rivolte e della colpevolezza di Dante, è stata la prima ed unica iniziativa per la piena riabilitazione del grande poeta, cui tanto dovrebbe la città natale.Firenze, invece, non ha mai, in tutta la sua storia, compiuto un gesto riparatore verso l'uomo Dante il cui esilio continua anche dopo la morte, nonostante l'impegno profuso verso il grande letterato.La decisione adottata dalla Commissione Consiliare Cultura consentirà alla città di mostrarsi finalmente riconoscente verso il suo illustre concittadino, adoperandosi concretamente alla sua completa riabilitazione con un gesto che gli rende il dovuto onore e gli restituisce la piena dignità ed il rango di fiorentino eccellente. Ringrazio per questo la disponibilità e la sensibilità dimostrata nell'occasione dal Presidente della Commissione Dario Nardella e dal Capogruppo Consiliare DS Alberto Formigli.Voglio sperare che anche il Consiglio Comunale, superando le immotivate obiezioni emerse nei lavori della Commissione e successivamente, voti all'unanimità senza quelle divisioni che storicamente sono proprio all'origine dell'assurda condanna all'esilio di Dante Alighieri. Firenze ha già rivalutato degnamente altri illustri concittadini ma non ha mai compiuto un gesto riparatore verso il più grande poeta italiano colpevole unicamente di aver amato e difeso la propria città anche a rischio della vita.All'approvazione della mozione ed al conferimento di un'onorificenza alla memoria dovrebbe a mio avviso far seguito un percorso di collaborazione con le amministrazioni di Ravenna e Verona per la promozione di una serie di grandi eventi culturali per celebrare la ritrovata concordia nel nome di Dante Alighieri».(fn)