Cpt, il sindaco Domenici. "Contrario alla permanenza a 18 mesi. Ma è difficile fare a meno di centri di questo tipo"

"Voglio dirlo con chiarezza: non sono d'accordo sul portare il periodo di permanenza a 18 mesi nei Centri di identificazione ed espulsione. Tuttavia, ritengo sia difficile poter fare a meno di strumenti e luoghi dove identificare persone di cui va verificata la posizione; luoghi che comunque dovebbero funzionare nel modo più rapido possibile". E' quanto ha dichiarato il sindaco Leonardo Domenici durante il consiglio comunale di oggi, in un intervento disturbato da una parte del pubblico presente in aula, ma comunque compiutamente svolto dal primo cittadino."Volevo innanzitutto chiarire un punto – ha esordito il sindaco - Intanto, la proposta della istituzione dei Centri di identificazione ed espulsione è contenuta del disegno di legge (e non nel decreto legge) varato dal consiglio dei ministri; così come la proposta di elevare il periodo di permanenza in questi centri a 18 mesi. Personalmente – ha continuato Domenici - io non sono d'accordo. E per una ragione molto semplice. I centri di permanenza temporanea nacquero se ben ricordo nel 1997-98 con la legge i cui firmatari erano Livia Turco e Giorgio Napolitano, con l'obiettivo di trattenere per un periodo di tempo limitato le persone per le quali occorrevano determinate attività di identificazione prima dell'espulsione, ed erano dei centri che dovevano avere anche una funzione di garanzia. Successivamente, non c'è dubbio che la gestione di questi centri ha presentato non pochi ‘deragliamenti' e anche alcune degenerazioni, rispetto all'impostazione originaria. E il fatto che avessero quella funzione originaria è in contraddizione con un prolungamento del periodo di permanenza: i centri dovrebbero funzionare nel modo più rapido e celere possibile. Tuttavia, dato l'attuale sistema legislativo e normativo in materia di immigrazione irregolare ed espulsioni, ritengo che sia comunque difficile poter fare a meno di strumenti e di luoghi presso i quali siano temporaneamente portate persone delle quali va verificata la posizione per procedere alla identificazione. Ecco perché io ritengo che è difficile prescindere dal fatto che in una serie di territori del nostro paese siano presenti centri di questo tipo. Teniamo conto, per esempio, che mentre in Emilia Romagna attualmente ci sono due Cpt, in Toscana non ce n'è nemmeno uno. E c'è quindi anche un problema di redistribuzione equilibrata a livello nazionale.Vorrei quindi che si distinguesse quando si fa questa polemica, fra ciò che è stato proposto adesso come novità rispetto alle normative esistenti, a cominciare dai 18 mesi, e il fatto che possano o debbano esistere dei centri e dei luoghi dove comunque si procede alla identificazione".(ag)