Presentato il Piano integrato della mobilità sostenibile, il vicesindaco Matulli e l'assessore Del Lungo: "Un documento che analizza la situazione e traccia le linee strategiche di intervento"
Non è un atto obbligatorio come il Piano regolatore o il Piano urbano del traffico o che entra nel dettaglio dei provvedimenti come il Piano della sosta. E' un documento che analizza la situazione e che traccia le strategie complessive e di lungo periodo. Si tratta della proposta per il "Piano integrato per la mobilità sostenibile" presentato qualche giorno fa dal vicesindaco Giuseppe Matulli alla giunta comunale e che oggi è stato illustrato dallo stesso vicesindaco e dall'assessore all'ambiente Claudio Del Lungo."Ormai gli esperti a livello europeo concordano che per passare da una mobilità insostenibile come quella attuale ad una sostenibile è necessario lavorare su prospettive di lungo periodo, addirittura venticinquennali. In caso contrario non resta che intervenire per arginare le emergenze via via che si presentano ha esordito il vicesindaco Matulli - . Dobbiamo governare la mobilità per evitare che la città si trasformi sotto i nostri occhi senza alcuna possibilità di intervento. Il piano, o meglio la proposta di piano per la mobilità integrata sostenibile, va appunto in questa direzione fornendo prima di tutto un'analisi della situazione attuale e della dotazione infrastrutturale sia a livello del Comune di Firenze sia a livello di città metropolitana. E poi illustrando le linee di azione di carattere generale su cui innestare i singoli interventi, azioni che si basano sulla sostenibilità, il cardine di ogni attività di governo"."Questo documento è uno strumento fondamentale ha aggiunto l'assessore Del Lungo perché fornisce un quadro conoscitivo complessivo che finora mancava, dà gli indirizzi generali sulla cui base poi verranno elaborati i piani di settore, come per esempio il Piano della sosta. Inoltre, anche se non si tratta di un atto previsto dalle norme e che deve essere votato dal consiglio comunale, rappresenta un utile base di confronto con il consiglio stesso sul tema della mobilità".Sfogliando il piano, la parte iniziale è dedicata all'analisi della situazione attuale: dai dati emerge che nel 2006 a Firenze risultano 200.000 auto e 62.000 moto per 360.000 residenti con un tasso di motorizzazione molto elevato, soprattutto per quanto riguarda le due ruote a motore (che negli ultimi anni hanno registrato forte aumento). "Nel numero delle moto non sono compresi i ciclomotori ha precisato infatti l'assessore Del Lungo ma sulla base di un recente studio Apat elaborato su dati dell'Aci risulta che complessivamente le due ruote a motore superano il totale delle auto, arrivando a circa 220.000". Interessanti anche i dati relativi ai flussi di traffico, ovvero origini e provenienze dei veicoli. Come ha spiegato il neo dirigente della mobilità Vincenzo Tartaglia "ormai sembra superato il vecchio schema del centro della città quale polo attrattore della circolazione di area metropolitana". Se consideriamo i veicoli in entrata a Firenze e quelli in uscita nella fascia oraria 7-11, infatti, il numero quasi si equivale: 80.000 in ingresso e 70.000 in uscita. "Appare evidente quindi che sono cambiati non soltanto i motivi degli spostamenti ma anche la distribuzione territoriale delle attività e quindi dei poli di attrazione di traffico ha continuato Tartaglia . Adesso siamo di fronte a una dispersione di questi poli sull'area metropolitana con tutto quello che ne consegue a livello di mobilità". Alcuni dei nuovi poli attrattori evidenziati dall'analisi, per esempio il Polo Scientifico di Sesto Fiorentino o le zone industriali di Badia a Settimo e Casellina, non risultano ancora serviti in modo efficiente dal trasporto pubblico. "Questi dati insieme alla fotografia delle infrastrutture presenti e di quelle in corso di realizzazione o previste ha aggiunto l'assessore Del Lungo rappresentano un elemento fondamentale per conoscere l'evoluzione, quanto mai rapida, del sistema della mobilità e dei poli attrattori di traffico. Si tratta di informazioni indispensabili per elaborare i piani di settore e dare risposte adeguate alla domanda di mobilità".Elemento centrale del piano l'intermodalità che ha due obiettivi: da un lato risolvere il passaggio dalla "città densa" (dove il trasporto pubblico è più presente e tendono a diminuire le immatricolazioni delle auto) alla "città sparsa" (dove invece la rete del Tpl è meno capillare e le auto sono più numerose e tendono ad aumentare); dall'altro aumentare l'accessibilità ai poli attrattori con il trasporto pubblico. Strettamente connessa con l'intermodalità, intesa come l'offerta di una serie di mezzi di trasporto integrati, è la messa a disposizione di una serie di aree destinate alla sosta. Il documento traccia gli obiettivi per la politica della sosta, ovvero riorganizzare la sosta urbana per zone omogenee per quanto riguarda la tipologia di mobilità ricalcando il modello delle Utoe del Piano Strutturale, e individua le diverse tipologie di parcheggi a seconda della loro funzione: per esempio le aree di sosta per l'interscambio modale (ovvero i parcheggi scambiatori ai margini della città); i parcheggi pertinenziali; la sosta per i bus turistici e via dicendo. Il piano poi si concentra sulla infomobilità, ovvero l'applicazione degli strumenti informatici alla gestione della mobilità, evidenziando come dove sono diffusi hanno dato risultati positivi in termini di riduzione dei flussi di traffico e di sviluppo locale. Secondo la Commissione Europea i sistemi ITS (Intelligent Trasport Systems) e l'infomobilità consentono un aumento della capacità della rete del 5-10%, una riduzione dei tempi di spostamento del 20%, un miglioramento della sicurezza del 10-15% e una riduzione delle emissioni inquinanti del 10%. Tra le applicazioni pratiche quella che il vicesindaco Matulli ha definito la "centrale operativa virtuale" creata dalle varie centrali operative già attive sul territorio, come quella della Polizia Municipale, dell'Ataf, della Silfi e via dicendo, messe in rete. "In questo modo potremmo avere sotto controllo la mobilità in città ed intervenire dove necessario in modo rapido". Ma molto interessanti sono anche le applicazioni in materia di gestione del trasporto merci, di automazione semaforica, di monitoraggio del traffico, di gestione del trasporto passeggeri.Quindi, sulla base dell'analisi effettuata, la proposta per la strategia per la strategia della mobilità fiorentina sostenibile si pone quattro obiettivi: prima di tutto diminuire l'incidenza del trasporto inquinante (che si concretizza in azioni quale le pedonalizzazioni in centro storico, l'attuazione delle piste ciclabili e del bike sharing, lo sviluppo dell'efficienza del trasporto pubblico, la formalizzazione del piano della sosta, la definizione di strategia per il carico/scarico merci, la diffusione di sistemi di trasporto collettivo, la gerarchizzazione della rete stradale urbana).In secondo luogo rendere coerenti infrastrutture e servizi di trasporto al disegno di sviluppo (azioni individuate la definizione di parcheggi scambiatori in relazione alla consistenza dei flussi; coordinamento dei parcheggi scambiatori di area vasta; sviluppo del servizio metropolitano su ferro sfruttando le potenzialità delle stazioni minori; infomobilità su area vasta).E ancora interfacciare la città densa con la città sparsa (ovvero trasporto pubblico per gli attrattori di traffico, gratuità della sosta di scambio e politica tariffaria della sosta nella città densa, ridefinizione della sosta e dei criteri di accesso dei bus turistici, armonizzazione della zcs con le Utoe, collegamento scambiatori con il Tpl, coordinamento servizi pendolari con i mobility manager, progettazione di nodi di scambio intermodale pubblico/privato).Infine definire le strutture e gli strumenti di controllo e di comunicazione (definizione quadro di controllo, realizzazione sistemi di ITS e di infomobilità, definizione della strategia della comunicazione, programmazione e gestione dell'attività di monitoraggio). (mf)