Incontro con Baeaude Zawim stamani in Palazzo Vecchio, per trasmettere un messaggio di sostegno e un aiuto al governo birmano

"Sono sicura che dal confronto di oggi potrà nascere una forma di collaborazione tra noi, per rafforzare il cammino democratico di un Paese che deve essere aiutato da tutti". E' quanto ha dichiarato l'assessore all'accoglienza e integrazione Lucia De Siervo questa mattina in Palazzo Vecchio durante l'incontro con il portavoce del governo birmano in esilio Beaudee Zawmin. Erano presenti anche il presidente della commissione pace Lorenzo Marzullo, i consiglieri e membri della commissione Susanna Agostini, Lucia Matteuzzi, Enrico Bosi e la presidente del consiglio degli stranieri Divina Capalad e il consigliere Izzedin Elzir.Il portavoce del governo birmano è in Italia per partecipare ad alcuni incontri con enti e associazioni e per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale a sostenere la causa del popolo birmano e informare sulle condizioni fortemente antidemocratiche che si vivono nel suo paese."Beaudee Zawmin – ha proseguito l'assessore De Siervo - rappresenta un Paese che ha molti motivi di tristezza in questo periodo. E' portavoce di un'istituzione democratica che ci sentiamo di sostenere in quanto noi crediamo fortemente che i Paesi debbano trovare modi non autoritari ma democratici di governare. Questo è un momento triste per la Birmania e ne è un'ulteriore conferma la decisione delle autorità militari di prorogare gli arresti domiciliari per l'attivista politica Aung San Suu Kyi"."Paradossalmente – ha evidenziato l'assessore De Siervo - anche gli eventi naturali non sono stati per così dire ‘capiti' dalla giunta militare che non ha saputo dare risposte al bisogno vero delle persone, contrapponendo alle disastrose conseguenze umanitarie del tifone una chiusura politica che ha impedito l'arrivo di aiuti internazionali"."Vorrei ricordare – ha sottolineato ancora l'assessore De Siervo - che la nostra città è stata una delle prime in Italia ad esporre la bandiera birmana e che abbiamo assegnato il giglio d'oro ad Aung San Suu Kyi nel 2004. Firenze è una città conosciuta a livello internazionale per la pace, fin dagli anni cinquanta, con il sindaco La Pira, ha cercato di unire le città in un comune impegno contro la guerra e il riarmo nucleare. Abbiamo poi un grande scrittore, Terzani, che ci ha fatto conoscere l'Asia nelle sue contraddizioni tra una cultura importante e millenaria e un potere cieco e irrispettoso e spero che in futuro si possa trovare un equilibrio fra queste due vie"."Sono sicura – ha aggiunto l'assessore De Siervo - che dal confronto di oggi potrà nascere una forma di collaborazione per rafforzare il cammino democratico di un paese che deve essere aiutato"."Firenze è una delle poche città in Italia ad avere una commissione pace – ha spiegato il presidente della commissione Lorenzo Marzullo - e le nostre iniziative insieme dovranno essere tante, perché la risonanza che la nostra città ha nel mondo è grande, e può servire da stimolo ai governi per fare di più. Il riconoscimento che abbiamo assegnato Aung San Suu Kyi nel 2004 sottolinea la nostra sensibilità nei confronti del suo popolo e auspichiamo che possa venire al più presto di persona a ritirarlo"."Oggi - ha commentato la consigliera componente della commissione pace Susanna Agostini - qui insieme c'è la Giunta, il consiglio comunale e il consiglio degli stranieri, tre organismi che rappresentano un fronte comune e che si battono per la pace nel mondo. Ricordiamo che ormai da tanti anni la Birmania è trascinata in un clima di terrore politico e repressione e che è stata vittima di calamità naturali come il ciclone Nargis, l'incontro è quindi importante per ascoltare e capire cosa possiamo fare per aiutare e sostenere questo paese soprattutto nella cooperazione sanitaria e umanitaria"."Sono onorato di essere qui – ha commentato il portavoce birmano Beaudeee -. L'Italia è un Paese che si è sempre impegnato per la causa birmana. Dal 1962 la Birmania ha avuto al potere regimi militari. Nel 1988 ci fu una grande manifestazione di protesta per chiedere pace e democrazia: in quell'occasione la repressione fu veramente dura con uccisioni di donne e bambini. Nel 1990 furono indette elezioni per fornire una parvenza di democrazia al paese, il risultato fu una vittoria netta del partito di Aung Suu Kyi che subito dopo fu sottoposta agli arresti domiciliari e al suo partito negato il potere democraticamente assegnatogli dai cittadini. Da quel momento Aung Suu Kyi ha passato gli ultimi 12 anni della sua vita agli arresti domiciliari"."La giunta militare – ha sottolineato il portavoce Beaudee- non ha mai voluto dialogare né con le opposizioni né con la popolazione e il risultato è un paese che soffre sia da un punto di vista sociale che economico, che ha dovuto subire decenni di mala gestione economica e corruzione che hanno contribuito a fare della Birmania uno dei paesi più poveri del mondo. Un paese dove si muore di malattie come la malaria e l'Hiv, dove c'è una forte crisi sanitaria e malnutrizione, dove il 70% della popolazione vive in condizioni di povertà e oltre 700.000 persone, che sono dichiarate disperse dal governo, vivono di stenti nelle foreste. Il governo birmano in esilio è preoccupato per loro e per i 1800 prigionieri politici nelle carceri, per quello che possono subire dalla giunta militare ovvero arresti, stupri, rapimenti che spesso le vittime hanno paura di denunciare"."In queste condizioni – ha affermato Beaudee - la crisi umanitaria rischia di essere senza fine e nonostante le proteste del settembre 2007 siano state represse e che si voglia far apparire la situazione birmana come una situazione tranquilla, le manifestazioni da parte degli studenti e dei dissidenti continuano"."La stabilità nel Paese sarà solo un'utopia finché non si raggiungerà un'equità sociale, la pace e il progresso economico. Il mondo – ha concluso il portavoce Beaudee- deve essere informato su ciò che succede in Birmania e la comunità internazionale deve aiutarci a trasmettere un messaggio di sostegno al governo democratico e a collaborare per la costruzione di un paese libero". (pc)SEGUE FOTO TORRINI