Gestore unico ciclo rifiuti, Checcucci (AN-Pdl): «Ogni fuga in avanti potrà avere conseguenze negative»

«La concentrazione può andare anche bene ma non si capisce su quale presupposto giuridico la nuova società diventerà il gestore unico del ciclo dei rifiuti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia». E' quanto ha dichiarato la consigliera Gaia Checcucci (AN-Pdl) dopo «la sottoscrizione, da parte dei Comuni di Firenze, Prato, Pistoia, Empoli, Agliana, Borgo San Lorenzo, Greve in Chianti, Montale, Montespertoli, Pontassieve, Quarrata, Rufina, San Casciano, Scandicci, Sesto Fiorentino del protocollo di accordo per l'integrazione industriale del sistema di gestione del ciclo dei rifiuti nelle tre province». «Ad oggi – ha commentato l'esponente del centrodestra – a causa del disastro causato dal precedente governo e dal Ministro Pecoraio Scanio si è determinata una grandissima confusione normativa alla quale, tra poco, il centrodestra porrà rimedio. In questo scenario ogni passo che gli enti locali faranno per scegliere chi dovrà gestire tale servizio dovrà essere ponderato con molta attenzione: ogni fuga in avanti potrà avere conseguenze negative. E' invece necessario iniziare la realizzazione del termovalorizzatiore, visto che ci sono tutte le condizioni per farlo, a partire dal piano industriale dell'Ato Toscana Centro ora consegnato alla Regione. Da non sottovalutare che con la sottoscrizione del protocollo fin da subito Quadrifoglio può attivarsi per realizzare il termovalorizzatore. Sarebbe importante, dunque, capire quali procedure si seguiranno per costruirlo».«Ed infine – ha concluso la consigliera di AN – stanno arrivando ulteriori conferme al fatto che gli obiettivi sulla raccolta differenziata fissati dalla Regione sono irrealistici. Rispetto alla quota del 45% anche una città come Firenze, che riesce a raggiungere il 35% di raccolta differenziata si trova nei guai. L'obiettivo è assolutamente irraggiungibile ed ideologico. Ideologico perché la raccolta differenziata serve per riutilizzare una parte del materiale ma nessuno si è mai preoccupato di chiedere uno studio per capire in che misura il mercato fosse in grado di assorbire il prodotto riciclato. La "raccolta differenziata a monte" è inutile quando non si definisce qual è il "riutilizzo a valle". Non essendoci nessun studio economico che ha portato la Regione a fissare quell'obiettivo siamo di fronte ad un vero e proprio dogma. Anzitutto ci saranno conseguenze spiacevoli per le tasche dei cittadini visto che il mancato raggiungimento di quella soglia farà scattare una eco-tassa che sarà pagata dal contribuente. In secondo luogo si è contribuito ad alimentare un sottobosco di operatori che lavorano nel settore della raccolta differenziata ma che non sono parte di una filiera virtuosa. Filiera che può trovare ragione solo cambiando approccio culturale: in altre parole la raccolta differenziata deve diventare uno strumento e non fine». (fn)