"Mandarin Fund". Il fondo di private equity da 330 milioni di euro per le imprese di Italia e Cina

Un fondo da 330 milioni di euro per sostenere il "made in Italy" e migliorare l'integrazione tra i sistemi economici italiano e cinese, entrando nel capitale sociale dell'azienda che chiede l'intervento del "Mandarin Fund".Questo è il "Mandarin Capital Partners", presentato oggi a Palazzo Vecchio, nel Salone de' Dugento, agli imprenditori fiorentini e toscani, nel corso del convegno organizzato dalla Fondazione Italia-Cina e promosso dall'assessorato alle attività produttive ed al turismo del Comune di Firenze e dall'assessorato alle attività produttive della Regione Toscana.Il "Mandarin Fund" è nato un anno fa per supportare le aziende italiane che vogliono cogliere la sfida competitiva dei mercati internazionali, con l'obiettivo di generare valore stabilendo un legame diretto tra le imprese italiane e le imprese cinesi per fronteggiare, insieme, la competizione sui mercati internazionali, facendo leva sulla forte complementarità che frequentemente caratterizza le imprese dei due Paesi."Per le dimensioni delle aziende e per la nostra cultura imprenditoriale, le aziende italiane sono poco propense a fare investimenti all'estero, non solo in Cina, perché non ci sono molte persone che hanno intenzione di lasciare l'Italia – ha spiegato l'assessore Silvano Gori –. Ed invece, oggi, i meccanismi dei mercati richiedono un presidio sul territorio, altrimenti, non solo perdiamo occasioni di crescita ma anche l'intera partita. Non è un problema solo di risorse finanziarie ma può essere anche l'occasione di stimolo, un'opportunità da cogliere per fare qualcosa in più".Alla presentazione hanno partecipato gli assessori Silvano Gori ed Ambrogio Brenna, Cesare Romiti (presidente della Fondazione Italia Cina), Alberto Forchielli e Lorenzo Stanca (managing partners Mandarin Capital Partners), Pietro Modiano (consigliere Mandarin Capital Partners per Intesa Sanpaolo).La strategia di Mandarin Fund, di cui fanno parte sei partner (quattro italiani e due cinesi) si sviluppa quindi su due vettori: Italy-to-China e China-to-Italy."Il Fondo Mandarin Capital Partners è un private equity che opera come un ponte sull'asse Italia–Cina – ha spiegato Lorenzo Stanca –. La dimensione del Fondo è di 330 milioni di euro e la tipologia di interventi previsti è di tipo Growth, LBO, MBO, MBI. Il principale investitore e sponsor del Fondo è Intesa San Paolo insieme a due banche cinesi: la China Development Bank e la China Exim Bank, due primari istituti bancari della Repubblica Popolare Cinese, la cui presenza garantisce visibilità e appoggio istituzionale in Cina".Il vettore Italy-to-China punta a sostenere le aziende italiane che hanno necessità di capitali, nella loro internazionalizzazione verso il Far East.Il vettore China-to-Italy, sulla base delle previsioni di un consistente aumento del flusso di investimenti di internazionalizzazione dalla Cina verso l'Italia, ha lo scopo di rendere il Fondo principale ricettore e vettore di tale flusso, capace di orientarlo ed estrarne valore, assolvendo ad una funzione sia di incentivo all'investimento nel nostro Paese, sia di tutela del "made in Italy".L'iniziativa vuole essere un volano per le tante imprese dei due Paesi.Per il momento sono all'esame 110 domande di aziende che chiedono di usufruire del "Mandarin Fund": di queste, una quarantina sono cinesi e tre sono toscane (una produce beni di largo consumo e le altre due macchinari). Sono prese in considerazione aziende già in essere, con un fatturato minimo annuo di 30 milioni di euro. In Cina, ci sono circa 2000 aziende italiane."Mandarin Fund si basa su progetti per la penetrazione commerciale nel mercato cinese ma anche sull'assistenza alle imprese cinesi per i loro investimenti in Italia – ha commentato Cesare Romiti, Presidente della Fondazione Italia-Cina –. L'incremento degli investimenti cinesi in Italia può infatti rappresentare, assieme alla promozione del made in Italy, una modalità per incentivare le relazioni economiche bilaterali e contribuire a ridurre il deficit italiano nei confronti della Cina. Ma oggi, il made in Italy, da solo, non basta più. In Cina ci sono 400 milioni di persone che lavorano ma altri 900 milioni sono nelle campagne in attesa di entrare nel mercato del lavoro, nella produttività ed è per questo che diciamo che la Cina è un mercato in forte espansione che ha una potenzialità di oltre 1 miliardo di persone in forza-lavoro".Alberto Forchielli, Managing Partner Mandarin Capital Management SA, da poco trasferitosi in Cina, ha raccontato la sua esperienza e gli interessi economici degli investitori cinesi."Le nostre previsioni sono già state stravolte – ha raccontato Alberto Forchielli –. È la Cina che investe in Europa e non viceversa: sia per le politiche governative applicate in Cina e sia per il cambio dell'euro. Lo scorso anno la Cina ha investito all'estero 50 miliardi di dollari e sono in corso le operazioni di acquisto della CIFA, leader mondiale delle betoniere, e di due colossi del gas e delle resine in polvere. Molto appetibile è anche il settore delle infrastrutture. Tutte le operazioni richiedono l'approvazione del governo di Pechino che non ammette concorrenze tra cinesi. Altra novità è stato il crollo della borsa di Shangai e dei mercati cinesi che ci hanno permesso di acquistare a buon prezzo".Seguono foto Torrini. (uc)