Compartecipazione alla rette Rsa, la precisazione della Società della Salute

"Non ci sono sostanziali novità, per avere chiarezza è necessario attendere la sentenza definitiva di primo grado". E' quanto precisano gli uffici della Società della Salute in merito alla decisione del Consiglio di Stato circa la compartecipazione dei parenti alla retta delle Rsa. "L'ordinanza con cui il Consiglio di Stato il 16 maggio scorso ha respinto l'impugnazione proposta dal Comune di Firenze contro l'ordinanza cautelare del TAR della Toscana in materia di compartecipazione dei parenti alle rette di ospitalità di anziani e disabili in strutture residenziali, non ha apportato elementi di sostanziale novità sul tema. Soltanto a seguito della sentenza definitiva di primo grado si potrà infatti disporre di elementi di maggiore chiarezza".Gli uffici della Società della Salute colgono l'occasione per fare alcune precisazioni sulla materia, sottolineando come sia cambiato il quadro normativo di riferimento. Con l'emanazione della legge 57 del 12 novembre 2007 (che ha modificato la legge sociale regionale 41 del 2005), infatti, la Regione Toscana ha innanzitutto concesso agli enti locali un anno di tempo, a partire dalla data della sua entrata in vigore, per adeguare i propri regolamenti alla disciplina dell'ISEE e con il Piano Integrato Sociale Regionale (approvato con la deliberazione del consiglio regionale numero 113 del 31 ottobre 2007) si è inoltre impegnata a emanare un documento di indirizzi con cui saranno definiti principi e standard applicativi.A questo scopo nel Protocollo di intesa sulle linee di definizione della proposta di legge per la costituzione del Fondo per la non autosufficienza (stipulato dalla giunta regionale, dalle associazioni rappresentative degli enti locali e dalle parti sociali e approvato con la deliberazione numero 327 del 28 aprile 2008) è stato esplicitamente indicato come per le prestazioni residenziali la legge prevederà il coinvolgimento nella compartecipazione alla spesa della famiglia anagrafica della persona assistita e dei parenti in linea retta di primo grado (genitori e figli)."Si tratta di un principio che pertanto si pone in linea con l'impostazione da tempo assunta dal Comune di Firenze nei suoi atti regolamentari, confermandone la sostanziale legittimità" concludono dalla Società della Salute.(mf)