Da domani a venerdì a Firenze il IV congresso nazionale sull'obesità
L'obesità è una malattia. Una malattia con gravi conseguenze sulla salute e che, se non viene invertita la tendenza di crescita registrata negli ultimi dieci anni, interesserà un sempre maggior numero di adulti e soprattutto di bambini. E proprio l'obesità, delle sue cause e degli interventi di cura e prevenzione, sarà al centro del IV congresso nazionale della Sio (Società italiana dell'obesità) in programma da domani al 23 maggio al Palazzo di Congressi. Il congresso è stato presentato questa mattina in Palazzo Vecchio dall'assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Graziano Cioni e dal presidente della Sio Carlo Maria Rotella. "La Società della Salute è particolarmente impegnata sul versante della prevenzione ha commentato l'assessore Cioni e, con la collaborazione della Sio e dell'Università di Firenze, lavoreremo per predisporre progetti sul tema dell'obesità, una problematica che ci riguarda tutti e che quindi richiede particolare attenzione".Scorrendo i dati emerge una situazione più che preoccupante. Oggi un italiano su dieci è obeso (9,8%), quattro su dieci (34,2%) sono in sovrappeso. E i dati relativi ai bambini sono ancor più allarmanti: l'obesità colpisce quattro bambini su cento (media 4%) mentre uno su tre è in sovrappeso. I numeri della Toscana non si discostano molto dalla media nazionale, anche se appaiono leggermente più bassi: tra gli adulti il 32,2% è in soprappeso, il 9% obesi (dati Istat 2005). Tra i bambini, il 23,9% è in sovrappeso e poco meno del 4% obeso. Con una precisazione: negli under 15 la percentuale di obesi appare molto diversificata a seconda della fascia di età e decresce con l'avanzare degli anni.E in futuro la situazione non è destinata a migliorare. Al contrario, secondo le recenti stime della Sio basate sull'aumento registrato negli ultimi dieci anni, nel 2025 i dati dell'obesità saliranno al 14% per gli adulti (con un incremento del 43%) e al 12,2% per i bambini (con una crescita del 205%)."Siamo di fronte a una vera e propria epidemia ha aggiunto Rotella e se andiamo avanti di questo passo tra 15 anni non ci saranno più risorse per curare questa malattia e le complicanze, dal diabete all'ictus, dalla malattie cardiovascolari ai tumori, che già oggi assorbono 23 miliardi di euro all'anno per ospedalizzazioni, cure, farmaci. E nonostante questa situazione, l'obesità è un problema ancora sottovalutato, soprattutto per una questione di cultura". Rotella ha continuato spiegando è necessario intervenire su due diversi piani: quello della prevenzione, modificando gli stili di vita degli Italiani, educandoli a un'alimentazione più corretta e bilanciata, a incrementare l'attività fisica, e quello della cura, che permetta di affrontare in maniera integrata l'obesità, costituendo dei veri e propri centri negli ospedali nei quali gli specialisti e tutti gli operatori professionali sanitari possano occuparsi dell'obeso a 360 gradi, coinvolgendo e coordinandosi anche con la medicina del territorio e i medici di famiglia. "Esistono centri per l'ipertensione, per il diabete, per le malattie cardiovascolari, per quasi ogni patologia, ma non esistono, o si contano sulle dita di una mano, quelli dedicati all'obesità, una malattia multifattoriale che riguarda persone che soffrono contemporaneamente di molti altri problemi: ipertensione, dislipidemia, diabete e via dicendo" ha aggiunto Rotella.Da diversi anni, la SIO si è posta all'avanguardia in Italia e nel mondo per il suo impegno a far sì che l'obesità sia considerata una vera e propria malattia e un problema di rilevanza sociale che deve essere affrontato unendo le forze e le risorse di tutte le componenti della società: mondo scientifico, politica, industria alimentare. "In questi anni ha continuato Rotella abbiamo lavorato perché i produttori di alimenti e bevande comprendessero quanto fosse importante la loro collaborazione e il loro sostegno per promuovere campagne di educazione alimentare e a favore dell'attività fisica. Non a caso, aziende come Nestlé, Coca Cola, Kellogg's, McDonald's, con le quali abbiamo iniziato un complesso, ma costruttivo confronto, parteciperanno ai lavori congressuali presentando le loro esperienze e sottolineando il loro impegno a proseguire il percorso intrapreso" ha concluso Rotella. (mf)IN ALLEGATO ALCUNI DATI SUL FENOMENO DELL'OBESITA' IN ITALIA E IN EUROPA (fonte Sio)L'obesità è un problema sociale di rilevanza mondiale. Interessa, infatti, non solo i Paesi sviluppati, ma anche ampie fette delle popolazioni dei Paesi più poveri.Obesità e sovrappeso negli adultiSecondo i dati resi pubblici la scorsa settimana al congresso europeo sull'obesità di Ginevra (ECO 2008) dall'International Association for the Study of Obesity (IASO), nell'Europa dei 27, in tutti i paesi, con l'eccezione di Estonia, Lettonia e Romania, oltre la metà della popolazione maschile è obesa o sovrappeso. Leggermente migliore la situazione per quanto riguarda le donne: in solo 5 Paesi (Austria, Cipro, Gran Bretagna, Germania, Malta) il dato supera il 50%.Ciò che tuttavia preoccupa maggiormente è che, rispetto ai dati rilevati negli anni passati, l'obesità è in crescità in entrambi i sessi, in quasi ogni nazione, con minime eccezioni.In Italia, il sovrappeso riguarda il 42,5% dei maschi, mentre sono obesi il 10,5%. Le donne invece sono meno in sovrappeso (il 26,6%), ma è alto il tasso di obese (9,1%). In totale, risultano sovrappeso il 34,2% degli italiani e obesi il 9,8%, due dati in continua crescita (erano rispettivamente il 33,6 e il 9% nel 2000). Se si manterrano questi dati tendenziali, nel 2025 il tasso di obesità negli adulti arriverà al 14% (+43%).Obesità e sovrappeso nei bambiniNei bambini la situazione è più complessa. Innanzitutto, è difficile, se non impossibile, comparare i dati, in quanto le statistiche raccolte dalla IASO nei diversi Paesi spesso si riferiscono a classi d'età differenti. Inoltre, difficilmente esistono dati raffrontabili sull'obesità. Nell'allegato 2 sono presentate, quindi, solo le percentuali che si riferiscono al sovrappeso.I dati peggiori sembrerebbero essere quelli della Gran Bretagna (29% di sovrappeso tra i 5 e i 17 anni, sia nei maschi sia nelle femmine), dei Paesi mediterranei (Cipro, Italia, Malta, Spagna) e del Portogallo. In ogni caso, per l'Organizzazione Mondiale della Sanità 1 ragazzo su 5 in Europa è sovrappeso. Ogni anno, agli oltre 14 milioni di giovani europei in sovrappeso 3 milioni dei quali obesi si aggiungono 400 mila "nuovi" sovrappeso.In Italia, oltre un terzo dei bambini tra i 6 e i 9 anni risulta in sovrappeso o obeso (34,1%), un dato che scende al 25,4% nella fascia tra i 10 e i 13 anni, e precipita con l'adolescenza (14-17 anni) al 13,9%. Per i bambini e adolescenti italiani, al di sotto della maggiore età, l'obesità infantile, si attesta al 4% di media, ma le stime sono drammatiche: nel 2025, mantenedosi questa situazione, l'obesità infantile in Italia triplicherà, arrivando al 12,2%.I costi dell'obesitàLo studio SPESA, condotto all'inizio degli anni 2000 dal Centro di Farmacoeconomia dell'Università degli Studi di Milano, ci dice che il sovrappeso, l'obesità e le malattie che queste condizioni causano diabete e malattie cardiovascolari in particolare costano ogni anno al Paese ben 22,8 miliardi di Euro di soli costi diretti, per ospedalizzazione e cure mediche, oltre 44mila miliardi delle vecchie lire.Inoltre, di obesità si muore, 390 persone ogni 100mila abitanti ogni anno. Giovani adulti con un indice di massa corporea (BMI) di 35 o superiore hanno una riduzione nell'aspettativa di vita fino a 10 anni.