Il presidente Cruccolini incontra due rappresentanti delle comunità indigene della Colombia

Creare un processo di pace dal basso come resistenza civile all'interno del conflitto colombiano. E' uno degli obiettivi sui qiali lavorano le comunità indigene della regione di Cauca nel sud della Colombia, di cui fanno parte Vilma Almendra e Manuel Rozental che questa mattina hanno incontrato il presidente del consiglio Eros Cruccolini. I due rappresentanti colombiani sono in Italia per promuovere il loro progetto di convivenza civile non violenta accompagnati dall'associazione Colombia Viva, una onlus che si occupa di diritti umani e che collabora con istituzioni e enti locali.«Ci hanno spiegato quanto sia difficile in questo momento la situazione in Colombia - ha evidenziato il presidente Cruccolini – e le motivazioni dell'impegno in difesa dei loro territori e delle associazioni di cui fanno parte. L'obiettivo fondamentale della loro campagna – ha proseguito Cruccolini - è il diritto all'autonomia e all'autodeterminazione assieme all'idea che un mondo alternativo è possibile e la necessità di vivere in maniera armonica con la natura».«Siamo qui in Italia non per chiedere aiuti concreti alle istituzioni ma per avere la loro solidarietà che per noi è la cosa più importante – hanno evidenziato Vilma Almendra e Manuel Rozental. Crediamo fortemente nel contatto fra i popoli e le persone - hanno proseguito - e chiediamo che Firenze si proclami patrimonio storico della pace e leader di questo processo dal basso, visto il suo passato e presente di città operatrice di pace. Sarebbe per noi inoltre importante che Firenze aderisse alla rete Colombia vive».«Potrebbe essere una proposta interessante – ha concluso il presidente del consiglio comunale - fin dagli anni' 50 con il sindaco Giorgio La Pira, Firenze ha incentivato l'impegno delle città e degli enti locali affinchè, ad esempio, le risorse del mondo non fossero investite negli armamenti ma per risolvere i problemi del pianeta e per una miglior ridistribuzione dei beni. L'autodeterminazione tra i popoli è indispensabile e cercheremo di fare un accurato resoconto della situazioni di queste popolazioni in commissione pace. Come affermava Giorgio La Pira, sosteniamo la nostra contrarietà alla costruzione di muri e l'impegno invece alla realizzazione di ponti come metafora di relazioni fra i popoli e i paesi». (fn)