Bosi (FI-Pdl: «L'Opa del Galilei, ovvero la morte del Vespucci»
Questo il testo dell'intervento del consigliere Enrico Bosi (FI-Pdl):«La notizia del forte interesse della SAT, società di gestione dello scalo Galilei di Pisa, nei confronti di AdF e dell'aeroporto Vespucci, interesse che si manifesterebbe attraverso il lancio di un'offerta pubblica di acquisto per rilevarne il pacchetto azionario, non deve sorprendere più di tanto perché è l'inevitabile conseguenza delle politiche aeroportuali della Regione Toscana e del Comune di Firenze che non hanno perduto mai occasione, nelle parole e nei fatti, per limitare lo sviluppo dello scalo fiorentino a tutto vantaggio degli altri concorrenti (alternativamente Bologna e Pisa).Così gli appelli, sempre caduti nel vuoto, ad azioni sinergiche tra il Vespucci e il Galilei, troveranno concreta realizzazione nel rilevamento di AdF da parte di SAT S.p.A.Ma la diversa vocazione dei due scali toscani (Pisa è ormai interamente votata ai voli low cost) e gli evidenti motivi di conflittualità produrranno inevitabilmente un'unica conseguenza: la morte del Vespucci ed il trionfo delle ottuse politiche oscurantiste delle amministrazioni locali che dimostrano da sempre tutta la loro ostilità per lo scalo di Peretola precludendone in ogni modo le vie di sviluppo.Così, tramontata l'idea di una società comune di gestione dei pacchetti di maggioranza di SAT e AdF e venute meno anche le ipotesi formulate sulle azioni sinergiche fra i due scali, si è subito rimediato ventilando il ricorso ad un'OPA che sancirà la morte dello scalo fiorentino e favorirà, a quanto pare, i piani elettorali di Martini & company.Ed al coro di quanti, ora ed in passato, si sono adoperati per "assassinare" il Vespucci, si è aggiunto pure l'assessore Cioni che nel corso di una manifestazione elettorale, tra "autorevoli" presenze e continue citazioni gramsciane, ha affermato che il dibattito sull'aeroporto è roba per pochi addetti ai lavori e che bisogna "tornare in strada" per essere più vicini ai cittadini.Ecco, occorrevano proprio queste parole, per chiarire il concetto che i collegamenti con Firenze, d'ora in poi, potranno avvenire solo attraverso l'ottocentesco sistema viario e ferroviario toscano, possibilmente privo della bretella Barberino-Incisa che interessa a pochi e senza l'aeroporto. Manca solo che si ritorni ai "ciuchi ed alle carrozze" ponendosi unicamente il problema degli assalti alle diligenze e della sicurezza dei loro passeggeri».(fn)