Jacopo Bianchi (FI PDL): "Per un errore del software il Comune attribuisce a tutti i disabili la definizione di " interdizione giudiziaria"
"Voglio denunciare quanto avvenuto ad un giovane fiorentino, affetto da sindrome di Down, che recentemente ha tentato di rinnovare la propria carta d'identità recandosi presso il PAD - punto anagrafico decentrato - di via Carlo Bini, ma che ha dovuto attendere circa una settimana affrontando svariati disagi per ottenere quanto dovuto. Infatti nel software dell'operatore anagrafico figurava la dicitura " interdizione giudiziaria" che si è scoperto comparire indistintamente nei confronti di tutti i disabili, interdetti o meno. È grave dichiara il consigliere di Forza Italia Pdl Jacopo Bianchi - che un soggetto inabilitato che legge ritiene idoneo a svolgere l'ordinaria amministrazione, non possa rinnovare autonomamente la carta d'identità per un errore del sistema informatico a disposizione dell'ente". "Va ricordato infatti che nel 1996 l'amministrazione ha acquisito il software SIPO Sistema Informativo della Popolazione' per la cifra in lire di 693.770.000 ha concluso Bianchi - affrontando negli anni successive ingenti spese per l'adeguamento e la correzione degli errori: nel 1998 ha speso 130 milioni di lire; nell'anno 2000 sono 198 milioni di lire; nell'anno 2001 60 mila euro".Per questo il consigliere Bianchi ha presentato l'interrogazione "affinché l'amministrazione adegui il sistema evitando inutili disagi ai portatori di handicap e garantisca loro i diritti di cui sono titolari". (pc)INTERROGAZIONEOggetto: interroga il Sindaco in merito a disservizi anagrafici a danno di disabiliIl sottoscritto Consigliere Comunale, considerato che i cittadini disabili registrati dal Comune di Firenze sono 833 dei quali 291 sono riconosciuti "inabilitati" dal Tribunale cioè ritenuti idonei a firmare documenti di minore rilevanza che si configurano come atti giuridici di ordinaria amministrazione per i quali si prevede il sostegno di un curatore che non è tuttavia chiamato a sottrarre al disabile la dignità riposta nell'autonomia delle scelte, se pur elementari; ricordato che viceversa i restanti i 542 disabili, dichiarati "interdetti" dal Tribunale, non godono di alcuna autonomia decisionale in quanto incapaci di intendere e volere e necessitano dell'assistenza di un tutore che si sostituisce interamente al disabile; appreso che nel sistema informatico consultato dal personale front office dei servizi demografici risulta che tutti i cittadini affetti da disabilità, indipendentemente dalle indicazioni contenute nella documentazione del Tribunale a disposizione dell'Ente, necessitano della firma del tutore per il rilascio di un documento, con la loro conseguente assimilazione alla condizione di interdizione; verificato infatti dal curatore di un giovane disabile, che ha dovuto recarsi più volte presso gli uffici comunali per ottenere il rinnovo della carta di identità, che al nominativo richiamato nel sistema viene associata la dicitura "interdizione giudiziaria", in violazione di quanto documentato dal Tribunale; rilevato che il diritto di ottenere il rilascio di un documento anagrafico, che prevede l'apposizione di una firma di proprio pugno sul documento stesso, viene negato ai soggetti inabilitati a causa di un probabile difetto del sistema informatico, inadeguato ad operare senza l'intervento di un addetto che acceda al programma e che, previa consultazione della documentazione agli atti, consenta la modifica temporanea della schermata a disposizione dell'operatore di sportello al fine del rilascio della documentazione dovuta; constatato pertanto che nei confronti dei disabili la funzionalità del servizio anagrafico è affidata alla presenza di un dipendente che deve intervenire perché il sistema informatico è tarato su informazioni non correttamente registrate, con conseguenti ritardi e disagi a danno dell'utenza; ritenuto che le controverse procedure di identificazione di cui sopra, attribuendo le caratteristiche dell'interdizione indistintamente a tutti i disabili, creino peraltro comprensibili amarezze nei portatori di handicap e ledano la loro dignità, obbligando gli interessati ad effettuare spiacevoli peripezie per veder riconosciuto un dirittoINTERROGA IL SINDACO PER SAPERE1) Per quale motivo il sistema di gestione informatica dei servizi demografici presenta l'anomalia sovradescritta che impedisce di fatto il rilascio di un documento ad un cittadino inabilitato se non in presenza di un addetto chiamato ad intervenire sul programma;2) A quante unità di personale è affidato il compito di permettere l'accesso alle informazioni di cui sopra, a fronte di prestazioni erogate nei diversi PAD oltre che nella sede di Palazzo Vecchio;3) Per quale motivo il Comune, pur in possesso delle notizie di disabilità ricevute dal Tribunale, non ha provveduto ad adeguare il sistema di gestione informatica del servizio in modo da rendere accessibili agli operatori di sportello i reali dati sensibili dei cittadini;4) Quali provvedimenti intende assumere per garantire il rispetto dei diritti dei disabili e della loro dignità di liberi cittadini, evitando spiacevoli discriminazioni.Jacopo BianchiFirenze, 17 aprile 2008