Viene chiamato dalla Polizia Municipale per la restituzione di alcuni gioielli sequestrati, ma finisce a Sollicciano su ordine del Gip

Era stato chiamato dalla Polizia Municipale perché gli dovevano essere riconsegnati dei gioielli sequestrati a gennaio nel corso di una indagine, ma la sua giornata si è conclusa a Sollicciano. Il protagonista di questa vicenda è B.U., 59 anni, residente alle Case Minime. L'uomo, già conosciuto dalle forze dell'ordine, era noto anche all'Amministrazione comunale perché, fingendosi indigente, aveva usufruito del sostegno dei servizi sociali senza averne diritto. La sua truffa era emersa a inizio gennaio quando, nell'ambito di una indagine seguita a un incidente stradale in cui l'uomo era coinvolto (tra l'altro guidava una vettura senza avere la patente, revocata da tempo per mancanza dei requisiti morali), la Polizia Municipale aveva perquisito la sua abitazione. E lì aveva scoperto un piccolo tesoro. Contanti, titoli, azioni e gioielli per un ammontare di circa 500.000 euro nonché numerosi oggetti rubati.L'Amministrazione comunale aveva quindi proceduto alla revoca di tutti i benefici impropriamente concessi, l'uomo era stato denunciato (tra i reati furto, truffa e guida senza patente) e i valori, fra i quali alcuni diamanti, erano stati sequestrati. L'indagine in questi mesi ha seguito il suo corso e nei giorni scorsi la Polizia Municipale ha ricevuto l'ordine del pubblico ministero che segue l'inchiesta per la restituzione di alcuni dei gioielli sequestrati a B.U. e contenuti in una cassetta di sicurezza in una banca fiorentina. L'uomo è stato quindi convocato al comando e ieri si è presentato a Palazzo Guadagni. Ma, ironia della sorte, proprio ieri la Polizia Municipale ha ricevuto un provvedimento del giudice per le indagini preliminari che, valutati gli accertamenti effettuati, le recidive e la personalità dell'uomo, ha disposto la sua custodia cautelare in carcere. Quando B.U. si è presentato al comando, quindi, gli sono stati notificati i ambedue i provvedimenti: la cassetta di sicurezza è stata consegnata al suo legale, mentre l'uomo è stato portato a Sollicciano. Ma i guai per B.U. non sono finiti qui. L'uomo, come avviene con tutte le persone arrestate, è stato invitato dagli agenti a vuotare le proprie tasche. Da queste è uscita una chiave di auto Jeep Wrangler che il B.U. non avrebbe dovuto avere perché, fra l'altro, privo di patente. Si trattava di un'auto nota alla Polizia Municipale, una vettura rubata a Bagno a Ripoli dal piazzale di una ditta con le chiavi nel quadro e per la quale la Centrale Operativa aveva diramato un ordine di ricerca. L'auto era stata ritrovata alcuni giorni fa dalla Polizia Municipale che l'aveva restituita al legittimo proprietario. Quest'ultimo è stato quindi contattato ed è stato possibile accertare che le chiavi in possesso di B.U. erano proprio quelle del Wrangler rubato. Inoltre, con l'aiuto della Polizia Postale, veniva trovata in uno dei computer precedentemente rubati da B.U. e trovato nel corso della perquisizione nella sua abitazione, una foto che ritraeva, nella data del furto, il libretto di uso e manutenzione dell'auto rubata. Inoltre il proprietario dell'auto ha consegnato agli agenti numerosi verbali di violazione al codice della strada per accessi abusivi alla ztl, autovelox e via dicendo elevati nel periodo di uso del veicolo da parte del ladro.Alle numerose ipotesi di reato collezionate da B.U. in seguito all'indagine che è sfociata nella perquisizione di gennaio e nel provvedimento di custodia in carcere emesso dal Gip, quindi, se ne aggiunta una nuova (quella di furto aggravato) immediatamente prima il suo arrivo a Sollicciano. (mf)