Permessi invalidi, 150 persone indagate per utilizzo abusivo con denunce per truffa aggravata e sostituzione di persona. Il Comune costituito parte civile per recuperare le sanzioni non pagate

Centocinquanta persone indagate dalla Procura della Repubblica per utilizzo abusivo di permesso per invalidi con denunce per reati che vanno dalla truffa aggravata alla sostituzione di persona fino alla falsificazione di atto. E in alcuni casi è scattata anche la denuncia per i titolari di permesso invalidi per favoreggiamento o concorso. E' questo il primo risultato di un'indagine iniziata dalla Polizia Municipale nel 2007 e condotta, dall'estate, dai sostituti procuratori Gianni Tei e Fedele Laterza.L'assessore alla sicurezza e vivibilità urbana ha sottolineato come la sensazione diffusa di un utilizzo a volte improprio dei permessi invalido se non di veri e propri abusi trova con questa indagine alcune conferme. L'assessore ha quindi annunciato che i controlli e le indagini continueranno anche a tutela di chi utilizza i permessi invalidi in modo corretto.Tornando all'inchiesta che va avanti da sei mesi, il Reparto Investigativo della Polizia Municipale, composto da un gruppo di una decina di agenti formati ad hoc, ha sviluppato due filoni di indagine. Il primo riconducibile all'uso di permessi rilasciati a persone ricoverate in modo pressoché permanente in case di cura; il secondo relativo all'uso di contrassegni invalidi su veicoli non al servizio dell'intestatario del permesso ma per scopi direttamente riconducibili al conducente del mezzo. Nelle indagini, partite in seguito a una serie di violazioni rilevate da agenti del distaccamento centrale della Polizia Municipale, sono state utilizzate sono state sviluppate con l'ausilio delle più moderne tecnologie a disposizione. Per esempio sono stati incrociati i dati rilevati dalle porte telematiche, che registrano tutti i passaggi dei veicoli che accedono alla ztl, con i dati dei gestori della telefonia mobile (per verificare dove si trovasse l'intestatario nel momento dell'utilizzo del permesso), degli istituti bancari, delle case di cura e di riposo. Sulla base di questa prima verifica l'autorità giudiziaria ha emesso alcuni decreti di perquisizione e di ispezione domiciliare: per 15 persone è quindi scattato il sequestro dei permessi e relativi telepass indebitamente usati, e ancora della fotocopie di permessi vari e in alcuni casi anche dei veicoli utilizzati per commettere le infrazioni e dei telefoni cellulari. Nell'occasione è stata anche presa visione di documenti rivelatesi poi determinanti per le successive indagini. Tutti i permessi sequestrati non sono mai stati richiesti, a conferma del fatto che non erano al servizio degli invalidi.I reati ipotizzati a carico degli indagati dalla magistratura inquirente e confermati dai primi pronunciamenti del giudice per le indagini preliminari sono di truffa aggravata a danno della Pubblica Amministrazione (che prevede la reclusione fino a 5 anni e la multa fino a 1.549 euro) e di sostituzione di persona (che invece prevede la reclusione fino a un anno). Ma non è finita qui. In alcuni casi sono infatti emerse responsabilità anche da parte dei titolari dei permessi e pertanto per loro è scattata la denuncia per favoreggiamento o per concorso nel reato.Pesanti le conseguenze per gli indagati anche dal punto di vista finanziario. L'Amministrazione comunale si costituirà infatti parte civile e richiederà il risarcimento dei danni relativo al mancato introito delle sanzioni previste per chi accede alla ztl senza autorizzazione (attualmente pari a 70 euro) per tutti i passaggi registrati dalle porte telematiche relativi a permessi risultati poi essere usati su veicoli non al servizio di persone invalide. Il Comune procederà inoltre a notificare le infrazioni per gli ingressi illegali degli ultimi mesi. Senza dimenticare la richiesta di un risarcimento per danno all'immagine del Comune e per le giornate di lavoro degli agenti della Polizia Municipale mirate alla ricerca degli abusi. "Non si tratta di cifre di poco conto – ha spiegato il comandante Alessandro Bartolini – visto che in media ogni trasgressore ha effettuato 150 utilizzi impropri del permesso con punte di oltre 600. Tradotto significa sanzioni da 15.000 a 50.000 euro".Le situazioni che la Polizia Municipale si è trovata davanti nel corso delle indagini, sono state le più disparate: dal commerciante titolare di un negozio nel centro storico che utilizzava il permesso del parente per recarsi tutti i giorni al lavoro alla persona che ha chiesto il rinnovo del permesso intestato a familiare ormai da mesi deceduto; dal titolare di permesso regolare che fabbricava copie contraffatte del medesimo per distribuirle a parenti e conoscenti alla studentessa universitaria di Montecatini che utilizzava il contrassegno intestato alla nonna per parcheggiare sotto casa, in centro. E' di pochi giorni fa il sequestro di un permesso a una persona e intestato al padre deceduto da 12 anni. Non sono mancate poi le situazioni paradossali: per esempio quella in cui una agente ha fermato in centro una persona a bordo di un'auto con il permesso intestato al padre. Padre che, era deceduto da due anni e questa circostanza era nota anche alla agente. Ma quando la vigile ha chiesto al conducente dove stessa andando, si è sentita rispondere "a prendere mio padre". A questo punto l'agente ha detto all'automobilista che il padre era morto da due anni e questi ha iniziato a piangere incredulo e meravigliato come se apprendesse della notizia in quel momento."La Polizia Municipale – ha precisato il comandante Bartolini – ha messo a punto una specifica procedura interna per cui tutti i vigili in servizio su strada di fatto partecipano a questa indagine, ancora in corso, tanto che tutte le notizie utili continueranno ad affluire nello specifico fascicolo aperto dalla Procura. Continueranno anche le perquisizioni e le denunce su altri soggetti ritenuti a rischio. Dal punto di vista operativo, ogni agente che controlla un veicolo che espone il permesso invalidi, o in sosta o in transito, se non guidato dal titolare, compilerà un apposito modulo di verifica che alimenterà una banca dati che periodicamente sarà incrociata con molte altre banche dati, al fine di accertare irregolarità di vario tipo. Nelle prossime settimane saranno inoltre effettuate riunioni con l'ufficio permessi della Sas per aumentare le verifiche d'ufficio attraverso l'anagrafe e altri archivi dati in possesso del Comune, sui circa 17.000 permessi rilasciati a Firenze. Tra le idee allo studio una lettera inviata a tutti i titolari in cui di ricordano i diritti e i doveri degli invalidi nell'utilizzo dei permessi.Questa ultima indagine, ancora in corso, rappresenta il culmine di un lavoro iniziato già nel 2002. Quella inchiesta, terminata nel 2004 e diretta allora dal sostituto procuratore Luigi Bocciolini, portò ad una revisione generale di tutti i permessi: sui 600 maggiormente a rischio circa 60 furono sequestrati con altrettante denunce penali. Da allora la Polizia Municipale ha sequestrato 210 permessi con relative denunce, sono stati avviati processi in parte anche terminati con condanne e richieste di danni da parte del Comune per cifra consistenti (per esempio di 28.000 euro). A questi si devono aggiungere i sequestri di permessi senza che ancora fossero consumati dei reati. "Questo impegno sta dando i suoi frutti – ha concluso il comandante Bartolini –: nel corso degli anni gli utilizzi abusivi dei permessi sono andati man mano diminuendo, tanto che oggi si calcola che solo un 10% dei permessi sia utilizzato a volte irregolarmente, mentre l'1% di questi sia utilizzato commettendo veri e propri reati". (mf)