Quartiere 2: domani, inaugurazione della lapide sulla casa dove abitò Ernesto Rossi

"Economista, politico, giornalista, esponente di Giustizia e Libertà, sostenuto dalla madre Elide Verardi fece di questa casa luogo di lotta antifascista al prezzo di carcere, confino ed esilio".È questo il testo della lapide che domani mattina sarà inaugurata a Campo di Marte per ricordare Ernesto Rossi, antifascista, esponente di "Giustizia e Libertà", economista, giornalista e fiorentino d'adozione.Sarà collocata sulla facciata della casa di via Centostelle 48 dove Ernesto Rossi e sua madre Elide Verardi vi abitarono dal 1929 al 1938.La cerimonia si svolgerà domani alle 12,00 e vi parteciperanno il presidente del Quartiere 2, l'assessore comunale alla partecipazione democratica, il presidente della Fondazione Rosselli Valdo Spini, Alessandro Figà Talamanca della Fondazione Rossi-Salvemini.Ma la cerimonia sarà preceduta alle 10,30 dalla lettura di alcuni brani di lettere del figlio e della madre, a cura di Elena Croce e Daniele La muraglia, presso il centro anziani nel viale Ugo Bassi, 29.Antonella Braga illustrerà il contesto storico nel quale si svolse questo intenso scambio di lettere, circa 500, tra la madre Elide ed il figlio Ernesto Rossi mentre quest'ultimo si trovava in carcere.Ernesto Rossi, nato a Caserta nel 1897, fu antifascista nell'Italia fascista, laico e anticlericale nell'Italia democristiana, anticomunista quando il PCI era inserito in quello scenario politico che faceva capo all'Urss.Cresciuto e formatosi a Firenze, dove conseguì la licenza liceale nel 1915, si considerò sempre fiorentino. Dopo l'avvento del fascismo, dette vita insieme ad altre persone, al primo giornale clandestino d'Italia, il "Non mollare" e poi, nel 1929, fu fra i fondatori, con Parri, Lussu, Bauer, del movimento repubblicano antifascista "Giustizia e Libertà".Fu arrestato nel 1930, trascorse nove anni in carcere e cinque, esiliato oltre confine.Nel 1941 scrisse a Ventotene, insieme ad Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni, il "Manifesto per un'Europa libera e unita".Dopo la guerra fu presidente dell'Azienda Rilievo Alienazione Residuati, editorialista de "Il Mondo" e fra i fondatori del Partito Radicale nel 1955.Nel 1962 fondò anche il settimanale "L'Astrolabio" col quale collaborò assiduamente.Morì a Roma il 9 febbraio 1967. (uc)