Piano Strategico, intervento dell'assessore Nencini: "Un nuovo nome, un nuovo logo e nuovi obiettivi. Necessaria l'Unione dei Comuni"

"Il Piano Strategico volta pagina. Lo fa nel nome, nel logo e negli obiettivi. Dopo aver portato a termine una decina di progetti ora è necessario guardare oltre, indicare cinque concrete priorità che non siano «Il Libro dei sogni» ma gli obiettivi che realisticamente questa Amministrazione può portare a termine. Per parlare in modo strategico, è necessario non limitarci ai confini della nostra città ma realizzare «L'Unione dei Comuni» insieme agli undici Comuni limitrofi. A marzo sarà pronta la prima bozza del nuovo Piano Strategico che dovrà essere esaminato e votato dal Consiglio Comunale, poi dovremo parteciparlo ai cittadini".È questo, in sintesi, l'intervento che oggi l'assessore al Piano Strategico Riccardo Nencini ha reso durante la seduta del Consiglio Comunale, annunciando il nuovo nome dell'associazione "Firenze 2010", cioè "Firenze Futura" ed il nuovo logo, che sono il risultato di un concorso di idee tra gli studenti di alcune facoltà ed università fiorentine. L'assessore ha anche indicato i progetti portati a termine dall'attuale Piano Strategico (La Città del Restauro, il consorzio tra operatori pubblici e privati per la valorizzazione delle politiche del restauro nel territorio fiorentino, La Biblioteca delle Oblate, la realizzazione del Museo di storia della scienza, la Fondazione Palazzo Strozzi, la Fondazione dell'Università per la ricerca ed il trasferimento tecnologico, L'Arno e la rete dei parchi, il metodo di progettazione delle piazze, La Società della salute), quelli che dovranno essere realizzati dal nuovo Piano Strategico (la Rete dei Musei metropolitani, il Sistema Moda, l'Urban Center, le procedure di Government nella Pubblica Amministrazione locale, l'Ospedale del Centro Storico, i poli metropolitani di Scandicci e di Pontassieve, l'adeguamento strutturale e di accoglienza dell'aeroporto) ed ha illustrato le cinque priorità dell'Amministrazione: Il Teatro Comunale, la Stazione dell'Alta Velocità, la Manifattura tabacchi, il riordino di Sant'Orsola e della Fortezza da Basso.Questo il testo di tutto l'intervento dell'assessore al Piano Strategico, Riccardo Nencini."Questa comunicazione vuole essere un atto preliminare per dare il via ad un lavoro che le procedure del Consiglio Comunale e le attività delle sue commissioni, d'ora in poi, dovranno seguire fino alla prossima estate.C'è un lavoro amministrativo che ci proponiamo di seguire in Consiglio Comunale, a partire da una riconcettualizzazione della stessa idea e funzione di Piano Strategico. Una rottura di continuità con l'esperienza del 2002, proponendo un nuovo Piano Strategico alla città.Questa riconcettualizzazione vuole rendersi visibile fin dalla denominazione dell'associazione che da "Firenze 2010" diventerà "Firenze Futura" e, nelle prossime sedute, il Consiglio Comunale dovrà votare la modifica statutaria.Il passaggio nominalistico contiene un passaggio metodologico e di contenuto.Il Piano Strategico non si propone come atto a sé stante della vita della città e né come atto amministrativo di governo della città.Legare la denominazione sociale dell'associazione ad una data, secondo molti, era capace di generare confusione. Indicare una data significa che entro quella data c'è un impegno alla realizzazione di determinati progetti ma questo impegno non può essere sostenuto dall'associazione.È un impegno proprio delle amministrazioni e pertanto riconfiguriamo la denominazione in "Firenze futura" dando una titolarità al Piano Strategico che è la cornice di definizione dell'attività di programmazione e di previsione del futuro.Questo passaggio nominalistico è stata anche l'occasione di un concorso di idee con gli studenti della Facoltà di Architettura e di altri istituti di livello universitario, come l'Accademia di Belle Arti e l'ISIA che ha portato ad una discussione approfondita sulle funzioni delle pianificazione strategica con soggetti non tradizionali. Lo stesso logo dell'associazione è stato riconfigurato.Credo che si sia fatto un passaggio utile, consegnando a degli studenti e a dei docenti la titolarità su una branchia di vita della città, chiamandoli a concorrere alla denominazione ed alla rappresentazione grafica di questa esperienza associativa.Abbiamo raggiunto un buon risultato che, soprattutto, corrisponde a quella idea che accennavo poco prima.Per parlare di Piano Strategico noi proponiamo di assumere una gerarchia della programmazione, non proporremo un Piano Strategico che avvenga come un «libro dei sogni» ma che si proponga di essere coerente con le linee di programmazione, nel quadro strategico nazionale e regionale.Assumiamo quegli indirizzi per l'attività di progettazione dove inserire la fattibilità stessa di quei progetti.Condividere il quadro strategico nazionale, che deriva dagli impegni dell'Unione Europea, la programmazione regionale che è la programmazione del mandato amministrativo della regione e delle sue priorità; questi due parametri sono il punto di riferimento.Non proponiamo uno strumento di riferimento amministrativo per il Comune di Firenze; proporremo una visione della città nella sua dimensione che noi riteniamo reale, cioè, per citare il mio collega Paolo Coggiola, «corrurbazione fiorentina», cioè l'area degli undici Comuni che fanno «la Firenze reale», quell'area di interscambio di funzioni, di mobilità, di problematiche sociali molto omogenee. Come dovrà rispondere il Comune di Firenze a questa progettazione? Esaltando la propria capacità di pianificazione. Da qui in poi useremo il Piano Strategico come cartina di tornasole delle coerenze della scelta a dimensione della città reale per quello che riguarda le politiche urbanistiche, i piani energetici ed ambientali, la programmazione della mobilità ed i piani del commercio e del turismo. Ogni Amministrazione degli undici comuni dovrà rispondere con uguali coerenze a questi indirizzi, dando al Piano Strategico non una funzione sostitutiva ma una funzione di lettura di area che sia utile e strumentale all'attività di pianificazione degli enti.Credo che sia giusto dare atto al Consiglio Comunale dell'avanzamento di realizzazione e di quanto portato a termine del primo Piano Strategico. La Città del Restauro, il consorzio tra operatori pubblici e privati per la valorizzazione delle politiche del restauro nel territorio fiorentino, La Biblioteca delle Oblate, la realizzazione del Museo di storia della scienza, la Fondazione Palazzo Strozzi, la Fondazione dell'Università per la ricerca ed il trasferimento tecnologico, L'Arno e la rete dei parchi, il metodo di progettazione delle piazze, La Società della salute.Sono tutti progetti del primo Piano Strategico che sono stati portati a termine.Sono in corso di realizzazione anche altri progetti, come: la Rete dei Musei metropolitani, il Sistema Moda, l'Urban Center, le procedure di Government nella Pubblica Amministrazione locale, l'Ospedale del Centro Storico, i poli metropolitani di Scandicci e di Pontassieve, l'adeguamento strutturale e di accoglienza dell'aeroporto.Questo stato di avanzamento, accompagnato al valore aggiunto che ha determinato questa esperienza, ci portano ad un bilancio che, senza enfasi, è serenamente positivo dell'esperienza che pur ha avuto le sue criticità. Questa esperienza ha consolidato un tessuto di relazioni sociali nel nostro territorio che fa sì che Firenze stia diventando un caso nazionale di buone pratiche nelle relazioni tra le parti sociali e la Pubblica Amministrazione.Questo, va accompagnato all'avanzamento degli stessi progetti.Il secondo Piano Strategico, prende le mosse da una riflessione avvenuta quasi contemporaneamente alle procedure di realizzazione dei progetti.A dicembre 2005, la Conferenza Economica dell'Area metropolitana fiorentina e subito il Patto per lo Sviluppo e l'Innovazione del Territorio tra le parti sociali e la Pubblica Amministrazione. Hanno candidato una vocazione della città di Firenze per competere con le altre città europee nell'economia della conoscenza, quindi: produzione culturale, alta formazione, ricerca, capacità innovativa, servizi alle imprese e valorizzazione della produzione manifatturiera, sia artigianale che industriale. Questa vuole essere la ragione di attrazione di un turismo ricco che sappia valorizzare la presenza a Firenze. quindi, un'idea di motore dello sviluppo. La società della conoscenza, non come contrapposizione con modelli economici precedenti ma come naturale sviluppo che renda attuali, esperienze economiche precedenti.Da questo punto di vista prende rilievo la dimensione territoriale. Dovremo sapere realizzare insieme ai poli metropolitani di Scandicci e Pontassieve anche delle risposte più mirate di valorizzazione del turismo di qualità. Ad esempio, il progetto delle colline di Firenze ed il recupero ed il restauro delle Gualchiere di Remole. L'Amministrazione comunale fiorentina deve riuscire a trasferire parte della propria titolarità al Comune di Bagno a Ripoli per realizzare, in quell'insediamento, un punto di attrazione del turismo qualitativo e, al tempo stesso, la valorizzazione di un'esperienza manifatturiera originaria del nostro territorio, come erano le Gualchiere.Fare procedere un'ipotesi di lavoro per l'accoglienza dell'alta formazione tra l'Università di Firenze e gli istituti universitari che insistono sul nostro territorio, noi registriamo una domanda di 35.000 studenti fuori sede. Non possiamo non trovare adeguate risposte organizzate.Dovremo ragionare insieme all'Università ed agli istituti universitari di come questa materia trova regolarità: da una parte progettazione di interventi ma dall'altro, l'emersione di un mercato che non è più sopportabile, che respinge invece che attrarre, che rende difficile connotare la vocazione della città sull'alta formazione ed anche la rete del sapere e del sapere fare a Firenze come motivo di promozione della città e come motivo di valorizzazione della nostra esperienza, come profilo del marketing fiorentino nel mondo.Tutto questo sarà possibile se noi sapremo produrre un salto di qualità amministrativo.La dimensione amministrativa ristretta, nell'ambito angusto dei confini comunali, non regge questa sfida.Io credo che noi dovremo proporre un'esperienza di innovazione amministrativa nel nostro territorio, la realizzazione di un'unione degli 11 comuni, che, a differenza delle unioni comunali fin qui conosciute, si proponga un'attività per funzioni amministrative.È un'innovazione molto forte quella che proponiamo. Un'unione dei comuni che si occupi di territorio, cioè di mobilità, ambiente ed urbanistica e dei processi di sviluppo, cioè economia e cultura. Da questo intreccio, l'Unione dei Comuni potrà trarre una ragione di affermazione del governo dello sviluppo del territorio. Su questo intreccio, in questo mandato amministrativo ma soprattutto nel prossimo, saremo chiamati a misurare la capacità di governo del territorio, il sapere pilotare l'innovazione verso un'idea di coesione sociale e di redistribuzione della ricchezza.Questa è la sfida che ci proponiamo ma anche, nell'assunzione del piano, cinque progetti strategici per Firenze: Il Teatro Comunale, la Stazione dell'Alta Velocità, la Manifattura tabacchi, il riordino di Sant'Orsola e della Fortezza da Basso.Bastano cinque progetti di questo tipo per riconnotare il profilo urbanistico e di accoglienza della città. Meglio solo cinque progetti che siano accompagnati da possibilità di spesa, da impegni amministrativi, piuttosto che il libro dei sogni.Noi proporremo questo alla città.Questa è una comunicazione preliminare, non è la discussione sul Piano Strategico sul quale il Consiglio Comunale sarà chiamato a confrontarsi. Stiamo studiando una prima bozza del nuovo Piano Strategico che sarà pronta a marzo.Il primo atto che arriverà in giunta, sarà la modifica statutaria dell'associazione Firenze 2010.Anche le commissioni del Consiglio Comunale dovranno svolgere un lavoro approfondito su questa bozza, con uno scambio di proposte.Accompagniamo questa definizione della bozza anche con un confronto costante sulla valenza scientifica svolto da un gruppo operativo coordinato dal professore Angotti, di natura interdisciplinare.Sarà una bozza che in qualche modo sarà valutata da parte di tutti i soggetti grazie all'approvazione finale.I professori Denti e Sorace hanno effettuato un lavoro di produzione scientifica per la proposta di costituzione dell'Unione dei Comuni.Verso l'estate avremo un confronto di merito sia nelle sedi istituzionali che nelle sedi associative, rispetto al quale ci aspettiamo di avere ulteriori contributi.Quando questo piano sarà approvato in tutte le sedi decisionali, noi prevediamo una tornata di forum con la città, per presentare il piano, per illustrarlo e condividerlo.Credo che nel 2002 abbiamo perso un'occasione. Abbiamo fatto del Piano Strategico un serraglio con confini politici. Sarebbe intenzione mia, dell'associazione e di tutti considerare quella sede non un luogo di confini politici ma un luogo di ricerca dove la politica applichi la capacità di elaborazione e di indirizzo della città.Saremmo contenti di ricevere contributi di ogni ordine perché questo sposta le condizioni, questo rafforza.Siamo convinti, se noi sapremo essere inclusivi, che avremo una migliore, più forte e più determinata capacità di realizzazione. A questo scopo, una volta elaborato il Piano Strategico, dovremo effettuare una selezione di formazione della Pubblica Amministrazione, sull'idea della pianificazione strategica, come idea di riferimento per le azioni di insieme di ogni Amministrazione". (uc)