Piano strategico, De Zordo: «In 8 anni molte parole e pochi fatti per la città del futuro»
Questo il testo dell'intervento della capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo:«Il Piano Strategico voluto dal sindaco Leonardo Domenici rappresenta un'idea di modernità basata su grandi progetti spesso non rispondenti agli interessi diffusi della cittadinanza ed esprime, al tempo stesso, il fallimento della progettualità del governo Domenici. Periodicamente riaffiora il discorso su questo Piano Strategico su cui molto si è detto, attraverso seminari e convegni, ma di cui poco o niente si è realizzato. Nonostante Domenici sia sindaco dal 1999 e abbia goduto fino ad oggi di una maggioranza solida, i grandi sogni, ribaditi ben due volte nel suo programma di mandato, restano nel cassetto: prima 32 idee progetto (2002) e 18 progetti da sviluppare (2003); poi nel 2005 le dimissioni di Alberto Brasca (direttore), di Carlo Trigilia (coordinatore) e di tutto il Comitato scientifico, dimissioni in polemica per l'incapacità di gestire i processi da parte della giunta. Del resto, anche i progetti realizzati si sono dimostrati molto al di sotto delle aspettative. Basta pensare alla Fondazione Palazzo Strozzi che da fondazione all'avanguardia che avrebbe dovuto essere si è rivelata una riproposizione di Firenze Mostre dagli esiti, ci auguriamo, meno fallimentari. Oggi, a otto anni dall'avvio, l'assessore Nencini afferma laconico: "vogliamo indicare scenari, linee strategiche senza scadenze temporali precise".Tra le tante cose annunciate e mai realizzate val la pena di ricordare quelle che potevano dare un senso a tanti sforzi: il 'Transit point', per rendere efficiente la logistica delle merci in città; 'Una casa per tutti', per rispondere alle emergenze abitative; 'Il villaggio multietnico', per rendere accogliente una città troppo spesso arida nei confronti dei migranti; 'L'Arno e la rete dei parchi metropolitani', per rendere fruibile l'ecosistema fluviale della città. A parte questi obbiettivi, che sembrano più che altro capitati per caso all'interno della grande cementificazione prevista per la città, abbiamo assistito ad una progettualità faraonica quanto inconsistente a cui il sindaco risponde ora, sul finire del suo secondo mandato, rilanciando altre grandi opere, a partire dalla Stazione sotterranea per l'Alta velocità, tanto inutile quanto dispendiosa per i bilanci statali e l'ecosistema del sottosuolo fiorentino.Unaltracittà/Unaltromondo è distante dal quadro di riferimento del Piano strategico di Domenici. Siamo ben consapevoli dell'importanza degli strumenti di programmazione e di pianificazione. Ma lo strumento in sé non è certo sinonimo di efficacia, efficienza, equità. Non ci sono piani "neutri"; ci sono obiettivi, scelte di fondo, interlocutori privilegiati. Qual è il progetto per il futuro? Una città in cui la modernità si misura con il metro delle grandi opere e degli interessi dei grandi gruppi economici? in cui il territorio e la cultura sono occasioni di rendita, si costruisce l'ottava stazione senza valorizzare le altre sette? in cui non si trovano aree per edilizia sociale ma prosperano alcune fra le maggiori imprese edilizie del paese? Una città che in nome della sicurezza declinata solo come ordine pubblico, e del "decoro", diviene sempre più escludente, attenta a tutte le occasioni per trarre profitto da un turismo ormai soffocante, più che a creare le condizioni di vita dignitose per tutti.E non è un caso la scelta dei diversi soggetti che definiscono un percorso di sviluppo condiviso: tutti soggetti economici; quali gli interessi rappresentati? Non ad esempio l'associazionismo, il volontariato, non infine i cittadini, che assisteranno forse inconsapevoli e comunque ancora una volta esclusi, ad accordi che passano sulle loro teste, che sicuramente porteranno vantaggi a qualcuno, difficilmente a tutti, viste le premesse».(fn)