Centro per l'accoglienza rifugiati, Rifondazione: «L'audizione dell'assessore in quarta commissione non ha fugato le nostre preoccupazioni»

«L'assessore Lucia De Siervo non ha fugato le nostre preoccupazioni in merito al protocollo per l'apertura a Firenze di un centro polifunzionale per l'accoglienza temporanea e assistenza in favore dei richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitaria». E' quanto hanno dichiarato la capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini ed i consiglieri Mbaye Diaw e Leonardo Pieri «dopo l'audizione nella commissione politiche sociali e della salute dell'assessore all'accoglienza e all'integrazione».«La commissione si è impegnata a seguire i futuri passaggi istituzionali del protocollo stesso – sottolineano i tre esponenti di Rifondazione Comunista - I riferimenti legislativi, a partire dalle linee guida per la gestione dei centri per immigrati irregolari rimandano a soluzioni basate sul principio della concentrazione e del controllo piuttosto che a un approccio sociale per l'accoglienza. Il silenzio che ha circondato la stipula del protocollo non è una buona premessa per il coinvolgimento della città e dei diversi attori in futuro. La scelta di un progetto diverso e molto più oneroso dei progetti "Sprar", "Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati", oggi attivi doveva essere presentata e condivisa, perché muta il tipo di accoglienza su cui si destinano le risorse, come esplicitamente affermato nello stesso progetto "vista la necessità di svolgere un servizio di accoglienza alla frontiera, che fino ad ora non ha trovato espressione nel nostro territorio, il Comune di Firenze ritiene di dover congiuntamente potenziare il sistema di accoglienza umanitaria con la creazione di un polo specifico". La preoccupazione per il futuro delle persone che potrebbero essere ospitate per un tempo massimo di 60 giorni, così come la preoccupazione per le centinaia di persone che vivono o hanno vissuto negli immobili destinati al progetto, tutte richiedenti asilo, non ha trovato alcuna risposta da parte dell'assessore: per queste persone i finanziamenti ministeriali sono stati cospicui, ma a tutt'oggi comunque sono costretti a vivere in occupazioni abusive».«Mentre riteniamo che ogni città e ogni territorio debbano essere capaci di accogliere persone che scappano da situazioni di guerra o di miseria, a partire da Firenze – hanno concluso Nocentini, Diaw e Pieri - riteniamo che sia necessaria grande chiarezza e adeguate prestazioni sociali per garantire la loro dignità e prevenire situazioni che possano pretestuosamente essere indicate come motivo di insicurezza sociale a giustificazione di inopportuni interventi repressivi. Per questo presentiamo oggi una interrogazione puntuale alla quale chiediamo una risposta scritta altrettanto puntuale». (fn)Questo il testo dell'interrogazione:Tipologia: interrogazione con risposta scrittaOggetto: accoglienza richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitariaProponenti: Anna Nocentini, Mbaye Diaw, Leonardo Pieri, Ornella De ZordoEssendo venuti a sapere della firma di un Protocollo, nello scorso mese di dicembre, fra il Ministero degli Interni e il Comune di Firenze per l'apertura di un Centro polifunzionale destinato all'accoglienza di richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitariatenuto conto che nella Toscana non è mai stato attivato alcun centro basato sul principio della concentrazione ed è stato invece privilegiato una tipologia di progetti di effettivo inserimento nel tessuto sociale, anche in stretta collaborazione con le realtà associative presenti sul territoriopresa visione del protocollosi interroga il Sindaco per sapereper quale motivo non sia stata data alcuna comunicazione né al Consiglio, né alla città della firma di detto Protocollo considerato che questa tipologia di intervento è basata su principi diversi da quelli dei progetti SPRAR fin qui attuati nel Comune e nella Regionequali siano le "esigenze prospettate dal Comune di Firenze" al Ministero degli Interni fra le "iniziative urgenti da adottare" che hanno portato alla proposta del Centro polifunzionale, esigenze che non avrebbero trovato risposta nell'ampliamento dei progetti SPRARquale sia la effettiva natura e cosa si debba intendere per Centro polifunzionale, definizione che non si trova in alcuno dei riferimenti legislativi contenuti nel Protocollo, tenuto conto altresì che i riferimenti legislativi esplicitati (art.5 DPR 303/2004) fanno intendere che potrebbe trattarsi di un Centro di identificazione, e che ancora qualora si tratti di intervento di accoglienza, viene esplicitato "l'utilizzo della struttura secondo le modalità previste dalle Linee guida per la gestione dei Centri per immigrati irregolari".quale siano le procedure di accesso al Centro, se cioè l'accesso sia disposto dai Servizi sociali del Comune ovvero dalla Prefettura con proprio decretoquali siano le prospettive di accompagnamento all'integrazione al momento dell'uscita dal Centro, considerato che la permanenza prevista è di 60 giorni massimo, anche al fine di evitare situazioni che possano pretestuosamente essere indicate come motivo di insicurezza sociale in cittàcome e dove si intendono alloggiare le persone che attualmente occupano uno degli immobili destinati sito in viale Guidoni, nonché le persone che, allontanate dall'Amministrazione dall'immobile di Fosso Macinante, vivono adesso in altro immobile occupato in numero di circa 200, tenuto conto che queste persone sono tutte titolari di protezione umanitaria e rifugiati, presenti da circa due anni sul territorio fiorentino e per le quali sono stati ottenuti precedenti finanziamenti rilevanti da parte del Ministero dell'Internoquando si pensa di attivare il Centro, considerato lo stanziamento di 2.000.000 di euro per le ristrutturazioni degli immobili e considerando che uno è occupato da persone nella stessa situazione di quelle che vi si vorrebbe in futuro accogliere e l'altro è attualmente destinato all'emergenza freddocome è stata definita e su quale tipo di convenzione la cifra pro capite giornaliera di euro 55,00 a carico del Ministero considerato che tale cifra è indicata come massimo ottenibile per la gestione di CPT e CDIcome mai non è prevista una struttura ambulatoriale interna, considerato l'alto numero di posti consideraticome sarà costituito il comitato previsto dall'articolo 13Si chiede infine al Sindaco se non ritenga di dover promuovere una discussione cittadina sul tema con l'obiettivo di attivare un Tavolo di confronto con i soggetti sociali presenti sul territorio, cui partecipi anche la Prefettura, per la verifica del progetto previsto nel Protocollo e la eventuale modifica dello stesso.